lunedì 22 aprile 2013

Mini quiches con crema di asparagi parmigiano reggiano e formaggio fresco in fiocchi

Smartcooking ovvero Cucina Intelligente, è una nuova iniziativa del Consorzio Parmigiano Reggiano, alla quale sono stata invitata a partecipare e che pubblicizzo volentieri. 
Al di là dell'amore e del rispetto per il Parmigiano Reggiano, condivido i principi che hanno ispirato questo concorso.
Tutti possono partecipare allo Smartcooking, creando e fotografando una ricetta che contenga Parmigiano Reggiano e caricarla nell'apposito sito, senza dimenticare i principi base da cui prende vita il concorso, ovvero un uso migliore e più consapevole del cibo.
Lo Smartcooking si propone di diffondere la cultura che in realtà era delle nostre nonne, loro sapevano molto bene come evitare gli sprechi.
L'arte magica di riciclare gli avanzi e farne nuovi piatti, il sensato utilizzo degli ingredienti a disposizione in casa, la buona abitudine di riporre le cose nel modo corretto per farle conservare più a lungo e soprattutto evitare di comprare cibo in eccesso.
Una volta era semplice perché non si poteva scendere al supermercato sotto casa e riempire il carrello, oggi causa crisi si stà più attenti, ma lo speco è ancora molto presente.
Si compra spesso cibo in offerta, anche se non serve, si bada più al prezzo e alla quantità che alla qualità del prodotto, ma soprattutto si compra più del dovuto.
Poco ma buono, da sempre il mio mantra, ma confesso che ogni tanto capita anche a me di buttare qualcosa che era in fondo alla dispensa e che avevo dimenticato, ed ogni volta penso a mia nonna paterna che prima di farmi buttare un pezzo di pane mi diceva di baciarlo.
Aveva un rispetto religioso del pane, come fonte primaria di alimentazione.
Anche noi dovremmo avere maggior cura di noi, attraverso un maggior rispetto per il cibo.
Inoltre non dobbiamo dimenticare che con un po' di pazienza e di volontà, con le nostre mani possiamo creare con poco, dei piccoli capolavori.
Per lo Smartcooking propongo delle mini quiches di pasta brisée, ripiene di crema a base di: asparagi, parmigiano reggiano, formaggio fresco a fiocchi, un uovo e delle erbe aromatiche, santoreggia ed erba cipollina.
Ho utilizzato gli asparagi che avevo in frigo da giorni, l'unico uovo superstite e delle erbe aromatiche essiccate che avevo in dispensa.
Avrete con pochi passaggi, un aperitivo o un antipasto di grande effetto e soprattutto davvero gustoso!



Mini quiches con crema di asparagi parmigiano reggiano e formaggio fresco in fiocchi




Ingredienti
per 6 mini quiches

Per la brisée
200 GR DI FARINA "00"
100 GR DI BURRO FREDDO (più un po' per imburrare gli stampi e guarnire)
4 CUCCHIAI DI ACQUA FREDDA
1/2 CUCCHIAINO SCARSO DI SALE FINO
1/2 CUCCHIAINO DI SANTOREGGIA ESSICCATA

Per la crema di asparagi
6 ASPARAGI VERDI
1/2 SCALOGNO 
100 GR DI FORMAGGIO FRESCO IN FIOCCHI
5 CUCCHIAI DI PARMIGIANO REGGIANO GRATTUGIATO
1 CUCCHIAIO DI ERBA CIPOLLINA ESSICCATA 
1 UOVO MEDIO
2 CUCCHIAI DI ACQUA FREDDA
2 CUCCHIAI DI OLIO EX. D'OLIVA
1 PRESA DI SALE FINO

Occorrente
RECIPIENTE
MATTERELLO
STAMPI DA 6 CM
FRULLATORE
PADELLA
CARTA PELLICOLA

Per cominciare pulite gli asparagi eliminando con un pelapatate la parte fibrosa e tagliando la parte più dura alla base del gambo, scottateli in acqua bollente per 5 minuti e tenete da parte.

Per la brisée
In un recipiente mettete la farina, il sale, la santoreggia, aggiungete il burro freddo a dadini ed iniziate ad impastare, aggiungete 2 cucchiai di acqua fredda (non di più) e continuate ad impastare fino ad ottenere una pasta omogenea, fate una palla, avvolgetela nella carta trasparente e mettete in frigo per 30 minuti.

Per la crema di asparagi
Tagliate gli asparagi a pezzetti (tenete da parte le punte) metteteli in una padella con lo scalogno sminuzzato finemente ed un cucchiaio di olio ex. d'oliva e fate rosolare il tutto per qualche minuto poi spegnete il fuoco.
Nel frullatore mettete: gli asparagi rosolati, una presa di sale, 100 grammi di formaggio in fiocchi, un uovo, 4 cucchiai di parmigiano reggiano, 1 cucchiaio di olio ex. d'oliva , 1 cucchiaio di erba cipollina, 2 cucchiai di acqua fredda, frullate fino ad ottenere una crema densa e vellutata.

Accendete il forno a 180°gradi.
Prendete la brisée dal frigo, manipolatela appena e dividetela in 6 pezzi (dipende dalla capienza degli stampi che utilizzate) poi con il matterello stendetela dandogli una forma rotonda.
Adagiate le sfoglie di brisée dentro gli stampi, precedentemente imburrati, bucate leggermente la base con i rebbi della forchetta e distribuite la crema all'interno, completate con 1 punta di asparago tagliata in due nel senso della lunghezza, una spolverata di Parmigiano Reggiano e una piccolissima noce di burro sopra , infornate a 180°per 20 minuti.
Una volta cotte, sfornate le quiches, fate raffreddare un po' e servite.


Mini quiches con crema di asparagi parmigiano reggiano e formaggio fresco in fiocchi






venerdì 19 aprile 2013

Pasta con fave fresche pecorino e menta

Che bella la Primavera, i colori, gli odori, i sapori e il risveglio della natura che  ci rende un po' storditi.
La pressione che scende, la voglia di dormire, il sole che sembra flebile, ma se ti metti 10 minuti ai raggi diretti nell'ora di punta ti sembra agosto!
E poi... siamo tutti un po' distratti.
Roma, ieri salgo su uno dei soliti bus per recarmi in centro, metà mattina, autobus non gremito come al solito e riesco addirittura a sedermi.
Penso alle cose da fare e guardo fuori dal finestrino, solito traffico, ad un certo punto l'autobus svolta dove non dovrebbe.
Mi guardo intorno e non capisco.
Ci sarà l'ennesima manifestazione? Del resto ce n'è una al giorno!
Che strano... non vedo vigili, e sento parlottare anche gli altri passeggeri.
Tutti che si chiedono, nessuno che va a chiedere.
Sospiro, mi alzo e vado dall'autista, un signore di mezza età dall'aria gentile così chiedo: <<Scusi c'è una deviazione per una manifestazione?>>
Lui: <<Ho sbagliatooo!!!>> e sbarra gli occhi.
Non capisco se mi prende in giro (spirito ilare e godereccio del romano) o se è scioccato.
E mi dice: << Ma non è il 719?>>
Ed io: <<No.>>
E lui costernato: << Ho sbagliato strada! E ora dove giro?>> poi si scusa alzando la voce.
Tutti i presenti sull'autobus, anche quelli più in fondo, hanno lo sguardo puntato su di me, come se fossi portatrice di un segreto ambito.
Ed io: << Si e sbagliato! Ora riprendiamo il solito percorso.>>
Qualcuno sospira, qualcuno sbuffa ed io ad indicare la strada all'autista.
Ma se nessuno si alzava, finivamo da un'altra parte e le distanze di una grande città come Roma non sono recuperabili in 5 minuti!
Sbagliare è umano ma anche farlo notare è che siamo tutti terrorizzati di chiedere, perchè c'è un'aggressività tra la gente che fa paura: lo stress, la metropoli e soprattutto la crisi.
Ma restare immobile, non è proprio da me.
Più tardi, tornando a casa, carica di buste, penso a cosa cucinare.. qualcosa di: buono, sano e saporito.
Un bel piatto di pasta al dente con fave fresche cotte in umido con la menta e un po' di cipollotto fresco e completare con dei dadini di pecorino Toscano d.o.p. e come dice un famoso spot: "cosa vuoi di più dalla vita!"
Qualcosina ci sarebbe, ma per ora, un piatto così semplice ma carico di bontà non può che far bene all'umore.

Pasta con fave fresche pecorino e menta



Ingredienti

per 2 persone

180 GR DI PASTA 

250 GR DI FAVE FRESCHE SGUSCIATE
1 MAZZETTO DI MENTA FRESCA
1 CIPOLLOTTO PICCOLO
60 GR DI PECORINO NON TROPPO STAGIONATO (toscano per me!)
OLIO EXTRAVERGINE D'OLIVA
SALE

Occorrente

PADELLA ANTIADERENTE
PENTOLA
TAGLIERE

Per cominciare sgusciate le fave e sciacquatele sotto l'acqua corrente.

Pulite e sminuzzate il cipollotto e la menta con un coltello.



In una padella bassa, versate 3 cucchiai di olio ex. d'oliva, il cipollotto e mettete sul fuoco, dopo qualche minuto aggiungete le fave e parte della mentasalate (una buona presa di sale fino) e mescolate.


Fate cuocere qualche minuto e poi coprite le fave con acqua, lasciate cuocere ancora per circa 15  minuti, possibilmente a fuoco basso comprendo parzialmente con un coperchio per i primi 10 minuti e ogni tanto mescolate piano o sfalderete le fave.
Intanto in una pentola mettete a bollire dell'acqua, dove farete lessare la pasta.
Non appena le fave sono cotte e l'acqua evaporata, aggiustate di sale spegnete e versate sopra la menta che resta.


Fate delle fette di pecorino e ricavate dei dadini molto piccoli.Lessate la pasta al dente (dopo aver salato l'acqua!) mettetela nella padella con le fave, mantecate senza riaccendere il fuoco, aggiungete il pecorino, un filo d'olio ex. ed impiattate, potete guarnire con qualche foglia di menta. Sarà una bella esperienza di freschezza e di sapore!

Pasta con fave fresche pecorino e menta







Consigli
Se non trovate la menta, potete usare la mentuccia.
Io non ho tolto la buccia alle fave, perché seppure meno bella a vedersi è anch'essa ricca di nutrienti; se volete eliminare la buccia basterà scottare le fave in acqua bollente qualche minuto e poi procedere alla cottura come da me indicato ma aggiungendo solo 1 tazzina di acqua e riducendo i tempi di cottura in padella, basteranno circa 5 minuti.
Se non avete il pecorino Toscano a disposizione, potete sostituirlo con un'altro pecorino che dev'essere a pasta dura ma non troppo stagionato.







lunedì 15 aprile 2013

Topping al cioccolato

Tempo di sole, di passeggiate e di gelato.
Tempo di dessert freschi, magari al cucchiaio.. ed io seguo l'istinto di freschezza che il tempo insinua nella mia mente e nel mio stomaco.
Mi sono messa alla ricerca di una ricetta per il topping al cioccolato.
Cos'è il topping?
Il topping è un termine di derivazione anglosassone, oramai entrato nel vocabolario degli chef Italiani soprattutto in pasticceria, non è altro che una decorazione o una guarnizione che si utilizza per rifinire un piatto.
Il topping ha la consistenza di una salsa semiliquida che può avere diverse variazioni di gusto ad esempio: cioccolato, caramello, fragola e così via, può essere anche salata, ma qui il mio riferimento è rivolto al topping dolce.
Si può comperare anche al supermercato ma spesso è piena di coloranti e conservanti, quindi perché non farla a casa?
Ricette tante, dalla più strong con latte e panna, a quella con il burro, a quella con l'acqua, io ho trovato la mia con un compromesso che mi ha stupito per il sapore.
Per il topping al cioccolato non devono mancare: dell'acqua, del cacao amaro, del succo di limone fresco, dello zucchero e dell'estratto di vaniglia, una noce di buon burro, un pentolino ed una frusta manuale per amalgamare il tutto a fuoco lento ed il gioco è fatto!
Avrete un delizioso Topping home made, da utilizzare in molte occasioni e chiuso in un barattolo ermetico, si conserva in frigo per diverse settimane.


Topping al cioccolato



Ingredienti


100 GR DI ACQUA

150 GR DI ZUCCHERO SEMOLATO
50 GR DI CACAO AMARO
1 CUCCHIAINO DI SUCCO DI LIMONE 
1 CUCCHIAIO DI ESTRATTO DI VANIGLIA
35 GR DI BURRO
1 PIZZICO DI SALE FINO (2 GRAMMI)

Occorrente

PENTOLINO
SETACCINO
MISURINO

Per cominciare pesate tutti gli ingredienti e setacciate il cacao.




In un pentolino mettete l'acqua, lo zucchero, il succo del limone, mettete sul fuoco (medio basso) ed iniziate a mescolate qualche minuto. 


Quando l'acqua inizia a scaldarsi (non deve bollire) aggiungete i granelli di sale, l'estratto di vaniglia, girate un po' e versate il cacao a pioggia poco alla volta nel pentolino, aiutatevi col setaccino, mescolate energicamente con la frusta manuale per non formare grumi.
Continuate a mescolare, senza mai fermarvi,  finché la salsa non si addensa.
Per verificare che il topping sia pronto, versate qualche goccia di salsa in un bicchiere pieno di acqua fredda, se forma dei pallini senza sciogliersi, sarà pronto.
Spegnete il fuoco, aggiungere il burro, mescolate fino a farlo sciogliere, il vostro topping al cioccolato è pronto.
Potete far raffreddate un po' e versarlo caldo (non bollente!) sul gelato freddo o una panna cotta o come ho fatto io su un budino di cui più in là vi darò la ricetta.
Oppure mettete il topping in un barattolo per riporlo in frigo.
O potete assaggiarlo al naturale per vedere se.. ne è valsa la pena!

Topping al cioccolato





sabato 13 aprile 2013

Ventagli di pasta sfoglia

La mia prima volta.
Non siate maliziosi.. non sto parlando di esperienze sentimentali, ma soltanto di.. pasta sfoglia.
Soltanto, si fa per dire!
La temuta, amata, adorata pasta sfoglia è stata sdoganata dal mito ed è diventata realtà tra le mie mani.
Certo la panificazione mi "terrorizza" di più, ma anche questo giro di valzer che è la sfoglia non è cosa da poco, eppure non impossibile, anzi vi dirò.. ci ho preso gusto!
La pasta sfoglia è friabile, leggera e profumata, si può utilizzare per piatti dolci o salati, ad esempio nelle quiches o nella millefoglie, insomma si presta a molti usi e piace, anche se proprio light non è!
Tecnicamente è fatta di una parte magra che è il pastello, fatto di farina e acqua ed una parte grassail panetto, composto di burro e farina.
Importantissimo usare un burro di prima qualità, perché ne andrà del sapore della sfoglia.
Altra cosa da non sottovalutare è: procedere ad un paziente lavoro di pieghe che incideranno sulla friabilità e la riuscita della pasta.
La ricetta della sfoglia è di Luca Montersino presa dal mio libro "Peccati di gola" ovviamente ho ridotto molto la dose originale, con quasi 4 chili di sfoglia mi ci potevo avvolgere!
Ho optato per una sfoglia dolce, facendo dei mini ventagli dorati e pronti da gustare a qualsiasi ora del giorno
Siete pronte per provare?
Non è complicato, solo un po' di pazienza per un risultato che di cui vi innamorerete!

Ventagli di pasta sfoglia




Ingredienti
50 mini ventagli

Panetto (parte grassa)

75 GR DI FARINA "00" (più un po' per stendere l'impasto)
250 GR DI BURRO FREDDO (Lurpak per me!)

Pastello (parte magra)

180 GR DI FARINA "00"
5 GR DI SALE FINO
110 GR DI ACQUA FREDDA

Per i ventagli
150 GR DI ZUCCHERO SEMOLATO


Occorrente

MATTERELLO
SETACCIO
RECIPIENTI
CARTA FORNO
CARTA PELLICOLA
PLACCA DA FORNO 

Per cominciare setacciate la farina e pesate tutti gli ingredienti.


Panetto
In un recipiente impastate il burro a dadini con la farina, amalgamate bene gli ingredienti senza lavorare troppo l'impasto o tenderà a scaldarsi.
Formate un panetto rettangolare, rivestitelo con la carta da forno e mettetelo in frigo per 1 ora.


Panetto

Pastello
In un recipiente versate la farina, il sale e versate poco alla volta l'acqua mentre impastate, avrete un impasto liscio e omogeneo, fate un panetto tondo e rivestitelo di carta pellicola e ponetelo in frigorifero per 30 minuti.

Pastello

Tirate fuori il panetto e con il matterello riducete lo spessore fino a raggiungere 3 centimetri, conservando sempre la forma rettangolare.
Stendere il pastello spesso 1 centimetro, dandogli una forma rettangolare.
Ponete il panetto al centro del pastello, chiudete le due estremità del pastello coprendo il panetto senza sovrapporre i due lembi.



Ora stendete la pasta con il matterello, raggiungendo lo spessore di circa 2 centimetri e piegatela in 3.


Stendete ancora la sfoglia e ripiegatela in 4, copritela con carta pellicola, mettetela in frigorifero per 1 ora.

Tirate fuori la sfoglia, stendetela e ripetete nuovamente le pieghe, in 3 e poi in 4 e riponete in frigo per 1 ora, sempre coperta con carta pellicola.
Accendete il forno a 200°gradi.
Togliete la sfoglia dal frigo mettetela sul piano di lavoro spolverato precedentemente con lo zucchero semolato che aggiungerete anche sopra la pasta e sempre seguendo la forma rettangolare stendetela spessa appena 1 centimetro.
A questo punto la sfoglia è pronta per ottenere i ventagliprocedete ad arrotolare i due lati più lunghi verso il centro.
Con un coltello tagliate dei pezzi di pasta sfoglia spessi circa 1,5 centimetri e passateli nello zucchero semolato, poneteli sulla placca da forno ricoperta con carta da forno.


Infornate a 200°gradi circa 17 minuti, avendo cura di girare i ventagli a metà cottura per farli dorare e caramellare in maniera omogenea.
Mettete i ventagli su una gratella a raffreddare e poi... assaggiate!

Ventagli di pasta sfoglia

Consigli
Come vi ho già suggerito anche in altri post, preferite un burro centrifugato perchè di migliore qualità.
Se volete aggiungere aromi alla sfoglia: vaniglia, scorsa di limone o arancia, fatelo nella fase iniziale di preparazione del panetto e del pastello.
Per quanto riguarda le pieghe potete ripetere la fase della piegatura della sfoglia molto di più di quanto ho fatto io, ma ricordate che non è importante il numero delle pieghe che fate, per ottenere una buona sfoglia è importante il modo nel quale le fate stendendo uniformemente tutta la pasta e quanto le fate spesse.
Pieghe più alte tendono a farvi ottenere una sfoglia molto gonfia, pieghe più sottili una sfoglia meno alta ma più friabile.
Se volte fare cannoli o ventagli più grandi, dovete abbassare un po' la temperatura del forno, è importante permettere al calore di cuocere la pasta all'interno senza colorirla troppo.

giovedì 4 aprile 2013

Parmigiano Reggiano Academy



Parmigiano Reggiano


Chi di voi non ha mai assaggiato questo formaggio?
Chi di voi non sa, di cosa sto parlando quando dico: Parmigiano Reggiano?
Credo non ci sia nessuno o almeno nessun Italiano, che non sappia cosa sia il Parmigiano Reggiano e se per caso ci fosse qualcuno che ne ignora l'esistenza, se vuole può continuare a leggere queste poche righe che potrebbero aprirgli un mondo di scoperte e di sapori.
Il Parmigiano Reggiano è un formaggio a pasta dura di latte vaccino tutelato dalla Denominazione di origine protetta prodotto nell'Italia Settentrionale dove nasce probabilmente intorno al XII sec nelle zone rurali di Parma e Reggio, intorno ai monasteri benedettini e cistercensi.







Testimonianze della lunga storia di questo prodotto, ce ne sono molte ed alcune illustri, una tra le più note è quella di Boccaccio che lo cita nel Decamerone descrivendo il paese di Bengodi scrive:" Et eravi una montagna tutta di formaggio Parmigiano grattugiato, sopra la quale stavan genti, che niuna altra cosa facevan, che fare maccheroni e raviuoli e cuocerli in brodo di capponi, e poi li gittavan giù, e chi più ne pigliava, più se n'aveva".
Parliamo di un formaggio che vanta ben 9 secoli di storia, parliamo di un prodotto che tutto il mondo ci invidia e che viene esportato ovunque.
Un formaggio frutto di una combinazioni di diversi fattori: l'alimentazione delle mucche impiegate per la produzione del latte, la qualità del pascolo legato al microclima del territorio, le tecniche di lavorazione impiegate per produrre il formaggio che sono invariate da secoli, il rispetto delle regole di produzione, l'assenza di additivi, conservanti, coloranti e il rigido controllo di qualità che ogni forma di Parmigiano deve passare per fregiarsi del marchio dop.






Tutto questo rende il Parmigiano un formaggio unico, con caratteristiche organolettiche e nutrizionali note e preziose, infatti è ricco di vitamine, proteine, fosforo, calcio e la lunga stagionatura lo rende facilmente digeribile.
Per proteggere questo patrimonio enogastronomico nasce ufficialmente nel 1934 un Consorzio di produttori, che si uniscono per difendere e tutelare la produzione ed il commercio del Parmigiano Reggiano. 






Il consorzio attualmente riunisce circa 384 caseifici diffusi nelle zone di Parma, Reggio Emilia, Modena, Mantova e Bologna, non ha scopo di lucro ma tra i suoi obbiettivi ha anche quello di promuovere iniziative volte a valorizzarne la conoscenza, da questo concetto prende vita: la Parmigiano Reggiano Academy. 
La Parmigiano Reggiano Academy è la prima esperienza di formazione sensoriale on line, nata per avvicinare le persone ad una corretta valutazione, degustazione e conoscenza del Parmigiano Reggiano.
Sul web è già in linea uno dei primi 3 livelli di acquisizione di competenze che si concentra sugli odori, sulle qualità del formaggio, sull'assaggio, colore e stagionatura.
Vi starete chiedendo... un percorso per affinare la conoscenza di un formaggio sul web?
Strano ma vero!
Il progetto è molto interessante e svela molte caratteristiche e peculiarità di questo formaggio, per rendere migliore la nostra esperienza nell'acquisto e nella degustazione del prodotto.
Spesso si mangia senza sapere bene cosa si mangia, il palato va educato, si parte da un buon prodotto ma soprattutto dalla sua conoscenza.
Il corso è disponibile sul sito ufficiale del Consorzio del Parmigiano Reggiano, nel primo step con relativo tutorial che è già on line, sarete invitati a distinguere caratteristiche quali:colore, durezza, granulosità ed elasticità del formaggio legate alle diverse fasi della stagionatura.
Alla fine del video un quiz che vi permetterà di ottenere la coccarda di Palato Raffinato che potrete apporre al vostro blog per diffondere questa iniziativa.



E' una diffusione senza scopo di lucro, fatta da tutti coloro che credono nei prodotti di qualità, che li amano e che li tutelano facendoli conoscere ed apprezzare.
Ora vado a mangiarne un pezzo!









Tutte le foto di questo post sono del sito del Consorzio del Parmigiano Reggiano, prelevate previa autorizzazione.




mercoledì 3 aprile 2013

Asparagi.. pasta, quiche, lasagne e riflessioni di primavera

Vi state riprendendo dai bagordi Pasquali?
Avete da smaltire ancora: dolci, cioccolata o magari qualche chilo di troppo?
Oppure.. avete passato una Pasqua in relax a casa, lontano da parenti, cibo in eccesso e traffico delirante del rientro?
Qualunque sia stata la vostra Pasqua, spero l'abbiate trascorsa bene.
Avrete notato che ogni festa porta con se un gran movimento, soprattutto di cibo?
Anche con la crisi, qualcosa in più l'abbiamo comprata, cucinata e mangiata magari senza eccedere ma succede, anzi direi che oramai è una prassi.
E spesso, i significati religiosi, filosofici o storici che le feste portano con se scompaiono, inghiottiti dal consumismo occidentale, anche in tempo di crisi.
Ma una pausa di riflessione ogni tanto farebbe bene, invece di: organizzare, fare, dire.. fermarsi ogni tanto, farebbe molto bene.
Anche se non è facile, ci sono una serie di doveri: devi fare questo, comprare quest'altro, andare a mangiare lì, salutare quello e in tutto questo.. noi inseriamo il pilota automatico, non pensiamo e spesso ci ritroviamo dove non vorremmo essere e facciamo perchè dobbiamo fare non perchè ci va e alla lunga ci dimentichiamo di tante cose, anche di noi.
Fermarsi ogni tanto ci aiuta, ma non bisogna eccedere in lunghe pause riflessive perchè annientano l'azione ed è poi la pratica del pensiero che fa la differenza, è lì che giocate la vostra partita più importante, quella con voi stessi.
Parlando di me e di cibo, perchè al di là delle mie riflessioni, questo è un blog di cucina,  in primavera fiorisco ed il mio stomaco è alla ricerca dei cibi di stagione in maniera quasi spasmodica.
Un risveglio organico lo chiamerei!
E allora nulla di meglio che i miei adorati asparagi..
Non ho una ricetta nuova da proporvi, ma delle valide alternative per declinare questi asparagi in tanti piatti appetitosi e colorati. 
Se avete voglia di cucinare asparagi, ma non un'idea che vi spinga a comperarli, allora ve ne dò qualcuna...



Asparagi





Un primo di pasta con asparagi e pancetta oppure una quiche ossia una torta salata di asparagi e robiola, un secondo veloce con uova strapazzate e asparagi al burro oppure se avete tempo una bella lasagna con speck, prosciutto cotto e ovviamente asparagi.
Allora.. vi ho messo un po' di appetito!


sabato 30 marzo 2013

Pizza di Pasqua e auguri!

Sembra un panettone con la glassa!
Ma non lo è.
Colorato come un dolce di carnevale, per le codette di zucchero.. ma si mangia a Pasqua!
Per farlo ci vuole tempo e tanta pazienza, come per tutti i lievitati.
La ricetta è  antica ed è un mistero, una dose precisa io ancora non l'ho trovata!
Si impara col tempo, soprattutto se si ha la fortuna di osservare qualcuno che la sa preparare, oramai poche persone, visto il lavoro che c'è dietro.
Sto parlando della Pizza di Pasqua!
E' un dolce tipico di diverse zone dell'Italia centrale, con piccole variazioni da zona a zona, la mia versione arriva dall'alto lazio, dove abita la mia nonna paterna.
La ricetta è tramandata oralmente, spesso non ha un quantitativo esatto di farina e nemmeno di acqua, usatissima l'espressione: <<quella che raccoglie!>> un'approssimazione che sapete in pasticceria non funziona, soprattutto se sperimentate qualcosa per la prima volta!
Ci vuole una biga (pre impasto ottenuto dalla miscelazione di acqua, farina e lievito) fatta la sera prima, impastata ben due volte e poi lasciata riposare fino al mattino successivo!
Poi altro lievito, farina, acqua, burro, buccia di arancia e limone, un mix di liquori per dolci, una spolverata di cannella, chiare d'uovo e codette di zucchero colorate per decorare.
Un procedimento lungo e laborioso, che regala un risultato meraviglioso.
Una torta alta e morbidanon soffice come il panettone con una consistenza più compattanon asciutta, molto profumata ma non troppo dolce, perfetta per la colazione, un dopo pasto e ottima.. direi strepitosa con un bel pezzo di cioccolato (fondente per me!).
Mi sono cimentata quest'anno per la prima volta, il risultato non è male ma va migliorato, ho dovuto dividere la dose classica che si fa da noi di ben 20 uova e ridurle a 5 uova, per ottenere 2 pizze.
Sappiate che dividere semplicemente il quantitativo degli ingredienti non basta, in pasticceria ci vuole altro!
Qualche nozione di chimica, qualche conoscenza in più sugli ingredienti che si utilizzano, ma soprattutto tanta esperienza ed un po' di attitudine personale!
Anche la cottura, non è uno scherzo, il parametro di riferimento è il forno a legna... quindi capite bene che cuocere la pizza di pasqua nel forno di casa non è uno scherzo, senza farla seccare all'interno o bruciare sopra!
Per la prima volta posto il risultato ma non la ricetta, che cattiva penserete?
Nessuna cattiveria, nel mio blog posto solo cose testate ed assaggiate più volte e magari da palati diversi, se passano l'esame sono pronte per voi!
E' una questione di rispetto, per tutti quelli che si affidano a me e decidono di sperimentare una ricetta.
Auguro a tutti una Buona Pasqua!
Un augurio speciale a tutte le food blogger che stanno trafficando in cucina, tra un ingrediente nuovo, uno vecchio, con tovaglie stirate di fresco tra le mani ed una foto strappata alla frenesia delle feste e regalano un piatto curato a coloro che amano, condividendo con tutti un po' della loro passione per la cucina.




Pizza di Pasqua







martedì 26 marzo 2013

Crostata con zucchero muscovado e confettura di frutti di bosco

I dolci.. che passione!
Sono da sempre una golosa, mi piacciono quasi tutti i tipi di dolci o almeno non disdegno un assaggio.. 
In primis quelli fatti in casa sani e buoni, quelli golosi della pasticceria e quelli ''peccaminosi'' e poco sani del supermercato.
Ho delle preferenze, come tutti, ma sarebbe un elenco troppo lungo da stilare!
Con il tempo ho ridotto le dosi di dolci, per ovvie ragioni metaboliche (dopo i 30 assimili anche l'aria!!!) infatti ho notato che col passare degli anni cambia il modo in cui il nostro corpo assimila grassi e zuccheri, quindi meglio contenersi un po' anche per questioni di salute!
Potrei fare a meno dei dolci troppo stucchevoli, quelli nei quali l'unica cosa che il palato avverte è la presenza di zucchero, oppure quelli troppo ''pasticciati'' ossia troppo carichi di mille creme, nei quali c'è un pasticcio di sapori.
Ma se proprio dovessi scappare e portare con me un dolce, il primo che mi viene in mente é una bella crostata.
Una frolla friabile, profumata di vaniglia e limone,coperta da una buona confettura di frutta e magari ben cotta.
La crostata è uno dei dolci che preparo più spesso, uno tra i miei preferiti da sempre. 
Un tempo ero capace di finirmene metà a colazione e si parla di crostate grandi, quelle fatte dalla nonna!
Oggi vi propongo una frolla fatta con lo zucchero muscovado, l'ho provata e mi ha conquistata, una piccola variante alla frolla che abitualmente faccio.
Ho usato una confettura di frutti di bosco che è perfetta in abbinamento con il sapore della frolla che sà leggermente di melassa, grazie a questo zucchero non raffinato, dal colore scuro, estratto dalla canna da zucchero che conserva tutti i sali minerali, ha un profumo di caramello ma un sapore che vagamente ricorda la liquirizia (ma che poi non si sente nell'impasto).
Questo zucchero regala alla crostata un colore più brunito, una nota di sapore diversa dal solito, un'ottima friabilità e la confettura dolce e un po' aspra dei frutti di bosco fa il resto!



Crostata con zucchero muscovado e confettura di frutti di bosco



























Ingredienti
per 8 persone

300 GR DI FARINA ''00'' (più un po')

140 GR DI BURRO (più un po' per lo stampo)
65 GR DI ZUCCHERO MUSCOVADO
35 GR DI ZUCCHERO SEMOLATO
1 UOVO INTERO
2 TUORLI
1/2 SCORSA DI LIMONE GRATTUGIATO (non trattato)
1/2 BACCA DI VANIGLIA BOURBON
6 GR DI LIEVITO IN POLVERE 
1 PIZZICO DI SALE FINO
130 - 150 GR DI CONFETTURA DI FRUTTI DI BOSCO

Occorrente

TEGLIA DA 24
MATTERELLO
CARTA PELLICOLA
RECIPIENTE
GRATTUGIA

Per cominciare lavate e asciugate bene il limone e grattugiate metà della scorza.

Aprite la mezza bacca di vaniglia con un coltello, incidendola nel senso della lunghezza e recuperate tutti i semi all'interno.

In un recipiente versate la farina e il lievito setacciati, aggiungete il burro freddo a dadini, lo zucchero muscovado, lo zucchero semolato, un pizzico di sale fino, il limone grattugiato e i semi di vaniglia, iniziate ad impastare con la punta delle dita.

Aggiungete l'uovo intero ed impastate ancora, poi i due tuorli e continuate ad impastare velocemente fino ad ottenere una pasta liscia.
Fate una palla con l'impasto, ricopritelo con carta pellicola e mettetelo in frigorifero per 30 minuti.
Intanto accendete il forno a 180°gradi.

Imburrate lo stampo.

Stendete la maggior parte dell'impasto con l'aiuto del matterello sul piano di lavoro, cosparso leggermente di farina, spesso appena un centimetro (non esagerate visto che un po' l'impasto cresce in cottura) adagiatelo nello stampo e con le nocche delle dita spingete l'impasto come a creare un bordo tutto intorno, altro almeno un centimetro (per evitare che la marmellata esca).
Versate la marmellata sulla sfoglia di frolla, distribuitela con un cucchiaio partendo dal centro fino a due centimetri dai bordi.
Con il resto della pasta fate le strisce per la crostata, allungando la pasta sul piano di lavoro a formare delle cordicine, con l'aiuto delle mani e di un po' di farina per evitare che si attacchi.
Sistematele le ''strisce" sulla crostata e per finire, fate un cordoncino più grande tutto intorno al bordo, schiacciatelo leggermente con una forchetta per rendere migliore l'effetto visivo.

Infornate per 25 minuti a 180°gradi.

Una volta cotta, sfornate, aspettate che si raffreddi per bene e poi sformate.
Gustatela a colazione, a merenda, col caffè o anche con un buon rosso!



Crostata con zucchero muscovado e confettura di frutti di bosco


Con questo post partecipo al Giveaway di La ricetta che Vale





venerdì 22 marzo 2013

Fideuà di terra

La sfida dell'MTC di Marzo è la Fideuà di Mai, un piatto strepitoso, colorato, profumato e buono, come solo i piatti della tradizione Spagnola sanno essere.
La Fideuà, per chi non lo sapesse, è un piatto a base di fideus un formato di pasta simile a spaghetti sottili ridotti in piccoli pezzi e condito con pesce, pomodori e zafferano.
Questo piatto viene accompagnato quasi sempre da una salsa a base di aglio detta alioli.
La Fideuà fu creata, agli inizi del novecento, da un cuoco di un peschereccio tale Juan Bautista Pascal che decise di sostituire al riso i fideus, per rendere i piatti che cucinava meno gradevoli al Capitano della nave che divorava tutto il cibo, non lasciando nulla al resto della ciurma.
L'idea di Juan Batista riscosse invece il plauso dell'ingordo capitano e si diffuse ben presto in tutta la Spagna, come ci hanno informato le ragazze dell'MTC.
Ma se Juan Batista avesse provato a sostituire il pesce con le verdure?
Certo non lo poteva fare spesso, visto che sulle navi del tempo non c'erano frigoriferi e il deterioramento del cibo era molto veloce, ma ogni tanto si scendeva a terra...
Il peschereccio ha appena attraccato in uno dei porti del mar mediterraneo, sulle coste dell'Italia, una breve sosta dopo giorni di navigazione, giusto il tempo per far rifornimento di acqua, vino e magari.. di verdure!
Juan Batista ha pochi soldi e poco tempo, tra poco si "prende il mare".. riesce a procurarsi: carote, patate, fagiolini, cipolle, sedano, pomodori, zucchine, peperoni e decide di dar vita ad un nuovo piatto: Fideuà di terra, sperando che il capitano non gradisca!
Si riparte... 
Il cuoco è in cucina, pulisce le verdure, mette su il brodo, prepara la salsa a base di peperoni rossi, aglio e mandorle
Il Capitano vuole mangiare tra qualche ora e tutto deve essere pronto.
Il profumo di questa fideuà di terra spaventa Juan, il rancio è pronto e un mozzo lo porta al Capitano.
Dopo poco, il Capitano, chiede il bis e il tris..
Neanche stavolta la ciurma avrà modo di fare un buon pasto!
Questo racconto è frutto della mia fantasia ed è il modo nel quale nasce la mia fideuà di terra a base di verdure, un piatto che mi ha stupito per la sua bontà e che di sicuro il nostro Capitano avrebbe gradito!


Fideuà di Terra







Ingredienti

per 2 persone

Per la Fideuà

180 GR DI SPAGHETTINI N°3 A PEZZETTI
2 ZUCCHINE
2 CAROTE
8 PATATE NOVELLE
100 GR DI FAGIOLINI
100 GR DI PISELLI 
10 PICCOLI POMODORI (per me Piccadilly)
1 COSTA DI SEDANO
1 MAZZETTO DI PREZZEMOLO
1 MAZZETTO DI BASILICO
1/2 CIPOLLA PICCOLA
1/4 CUCCHIAINO DI PAPRICA DOLCE
1 CUCCHIAINO DI ZAFFERANO IN POLVERE
1 SPICCHIO DI AGLIO
OLIO EXTRAVERGINE D'OLIVA
SALE

Per il brodo vegetale

1 LITRO DI ACQUA 
2 CAROTE GRANDI
1 CIPOLLA
1 COSTA DI SEDANO
SALE
1 RAMETTO DI TIMO FRESCO o 1 FOGLIA DI ALLORO

Per la salsa al peperone

1 PEPERONE ROSSO
50 GR DI MANDORLE SPELLATE
4 CUCCHIAI DI OLIO EX.D'OLIVA
1 CUCCHIAIO DI SUCCO DI LIMONE FRESCO
1 RAMO DI PREZZEMOLO FRESCO
1 SPICCHIO DI AGLIO
1 PIZZICO DI SALE

Occorrente

2 PENTOLE
1 PADELLA
1 FRULLATORE o MORTAIO
SETACCIO (per filtrare il brodo)

Per cominciare lavare e mondare tutta la verdura che occorrerà per preparare il piatto.


Brodo vegetale

In una pentola versare un litro di acqua, immergere le carote, la cipolla, il sedano tagliati grossolanamente, il rametto di timo e portare a bollore.
Salare e continuare a cuocere per 1 ora, poi filtrare il brodo.


Salsa al peperone
Eliminare la pelle del peperone.
Mettete il peperone in forno caldo a 200°gradi con il grill acceso, per 15 - 20 minuti, girando di tanto in tanto, quando sarà ben abbrustolito toglietelo dal forno ed eliminate la pelle.
Per facilitarvi il compito, potete mettere il peperone caldo dentro un sacchetto di plastica, attendere 10 minuti e poi tirarlo fuori, la pelle si toglierà con molta rapidità.
Riducete il peperone in pezzi, fate lo stesso con le mandorle, versate tutto in un contenitore, aggiungete lo spicchio d'aglio, l'olio ex.d'oliva, il limone, il prezzemolo in pezzetti, sale e frullate tutto per qualche minuto.
Assaggiate, aggiustate di sale ove ce ne fosse bisogno.


Fideuà
Riducete la verdure in piccoli pezzi, immergetele 5 minuti in acqua bollente, versatele poi in un recipiente con acqua molto fredda per fermare la cottura e mantenere vivo il colore, poi scolate bene.
Nella stessa pentola di acqua bollente, immergete anche i pomodori per 3 minuti, incidendoli precedentemente la buccia con un coltello, in modo da facilitare l'eliminare della buccia.


Portate il brodo vegetale a bollore, abbassate poi il fuoco al minimo.

In una padella capiente versate 2 cucchiai di olio ex. d'olivatostate gli spaghettini  spezzati qualche minuto, in modo da colorirli e poi metteteli in un piatto.

Nella stessa padella versate 3 cucchiai di olio ex. d'oliva, la cipolla a pezzetti e lo spicchio d'aglio, dopo qualche minuto aggiungete i pomodori pelati a spicchi e il basilico fresco a pezzetti, fate cuocere per circa 5 minuti.


Aggiungete un mestolo di brodo diluendoci lo zafferano, versate un quarto di cucchiaino di paprica dolce, mescolate e aggiungete la pasta e altro brodo a coprire (senza eccedere).

Cuocete a fuoco medio per 2 minuti circa, poi aggiungete le verdure
continuate a cuocere, aggiungendo pian piano brodo fino ad ultimare la cottura, aggiustate di sale ed impiattate.
Servita la  Fideuà calda oppure tiepida, con la salsa di peperoni è un pranzo da re.. altro che Capitano!


Con Fideuà di terra partecipo all'MTC di Marzo 2013




















mercoledì 20 marzo 2013

Sformati di miglio e verdure

Non avevo mai mangiato il miglio, ma avevo letto delle sue proprietà benefiche ed anche qualche notizia sulla sua storia..
Il miglio è un cereale che fa parte della famiglia delle Poaceae meglio note come Graminanacee; la sua origine non è molto chiara, di sicuro era coltivato in Cina e in India e si diffuse in tutta l'Asia e in Africa dove tutt'ora è molto consumato. 
Giunse anche in Europa e nel periodo medioevale era considerato alimento importante, avendo anche la caratteristica di conservarsi a lungo, molto usato quindi nei periodi di carestia.
Pian piano fu sostituito da altri cereali, soprattutto con l'ingresso del mais che arrivava dalle Americhe, il miglio cadde lentamente in disuso.
Negli ultimi anni, con il ritorno agli alimenti base, alla semplicità, alla terra,  di cui parlavo qualche post fa c'è stato un recupero di questo cereale che vanta caratteristiche invidiabili.
Il miglio può essere consumato dai celiaci (previa osservazione dell'etichetta perchè può essere prodotto in stabilimenti dove lavorano il glutine) è ricco di ferro, magnesio, fosforo, silicio, vitamina A e B.
Nel miglio troviamo un alto contenuto di proteine benefiche per il sistema linfatico, è inoltre facilmente digeribile e contiene colina e lecitina adatti a persone sedentarie che svolgono attività intellettuali e utile soprattutto quest'ultima per combattere il colesterolo.
Insomma un buon inizio!
Il miglio ha un sapore molto delicato, si combina bene con carne e verdure, non ha bisogno di essere messo a mollo e in 25-30 minuti è pronto!
Ho deciso di condirlo con un mix di verdure cotte in forno e poi l'ho messo in forma, creando piccoli sformati che ho accompagnato con una salsa di pomodori secchi e pinoli, un gusto che mi ha conquistata!




Sformati di miglio e verdure






Ingredienti

per 6 - 8 mini sformati

Per il Miglio

150 GR DI MIGLIO DECORTICATO
300 GR DI ACQUA (più un po') BOLLENTE
3 CUCCHIAI DI OLIO EXTRAVERGINE D'OLIVA
SALE

Per le Verdure

2 ZUCCHINE
1 MELANZANA PICCOLA
2 SCALOGNI
1 COSTA DI SEDANO
2 CAROTE PICCOLE
1 PEPERONE PICCOLO
1 PATATA GRANDE
1/2 CUCCHIAINO DI MENTA ESSICCATA
1 CUCCHIAINO DI SANTOREGGIA ESSICCATA
5 CUCCHIAI DI OLIO EXTRAVERGINE D'OLIVA
2 PRESE DI SALE FINO (1 CUCCHIAINO circa)

Per la Salsa di pomodori secchi

5 POMODORI SECCHI sott'olio
1 CUCCHIAIO DI PINOLI
3 CUCCHIAI DI OLIO EX. D'OLIVA
2 CUCCHIAI DI ACQUA

Occorrente

TEGLIA 26 cm
PADELLA
PENTOLA
STAMPINI
FRULLATORE

Per cominciare lavare le verdure e ridurle in dadini di circa 1 centimetro di spessore.

Pelate gli scalogni e triturateli finemente.
Accendete il forno a 200°gradi.

Verdure

In una teglia capiente, versate le verdure a cubetti: zucchine, melanzana, carote, patata, sedano, peperonesalate, versate l'olio ex.d'oliva, aggiungete la menta, la santoreggia rimestate bene, infornate a 200°gradi per 50 minuti.
A metà cottura abbassate a 190°gradi e mescolate le verdure, per avere una cottura uniforme.
Una volta cotte lasciatele al caldo ma non in forno o continueranno a cuocere.

Miglio

Mentre le verdure cuociono in forno, potete preparare il miglio che va tostato con l'olio ex. d'oliva in una padella (preferibilmente antiaderente) per qualche minuto, poi va aggiunta acqua bollente salata (pari al doppio del peso del miglio)  e va lasciato cuocere a fiamma bassa per 25 minuti circa, rimestando ogni tanto.
Io metto a bollire qualche mestolo in più d'acqua, che eventualmente aggiungo se il miglio dovesse asciugarsi troppo in cottura e non essere ancora pronto.
Una volta cotto, lasciatelo nella padella fino a completo assorbimento dell'acqua.

Salsa 

Frullate i pomodori secchi, con olio ex. d'oliva, i pinoli e un pochino d'acqua. Lasciate la salsa da parte per accompagnare i mini sformati.

Mescolate la verdura al miglio.

Versate un po' d'olio negli stampini e distribuitelo anche sui bordi, mettete il miglio così condito all'interno degli stampini con un cucchiaio, pigiate bene per farlo aderire allo stampo.
Lasciateli in forma una decina di minuti e poi sformateli su un piatto accompagnandoli con la sala di pomodori secchi e spolverato magari di santoreggia.
Oppure potete preparare gli sformati, la mattina per la sera oppure per il giorno dopo, conservali in frigo e scaldarli 5 - 10 minuti a 180°gradi in forno, prima di consumarli.



Nota
Il miglio in cottura si sfalda leggermente, i chicchi non saranno ben separati come accade per il cous cous, non temete di averlo cotto troppo perchè 25 - 30 minuti sono necessari.