sabato 30 marzo 2013

Pizza di Pasqua e auguri!

Sembra un panettone con la glassa!
Ma non lo è.
Colorato come un dolce di carnevale, per le codette di zucchero.. ma si mangia a Pasqua!
Per farlo ci vuole tempo e tanta pazienza, come per tutti i lievitati.
La ricetta è  antica ed è un mistero, una dose precisa io ancora non l'ho trovata!
Si impara col tempo, soprattutto se si ha la fortuna di osservare qualcuno che la sa preparare, oramai poche persone, visto il lavoro che c'è dietro.
Sto parlando della Pizza di Pasqua!
E' un dolce tipico di diverse zone dell'Italia centrale, con piccole variazioni da zona a zona, la mia versione arriva dall'alto lazio, dove abita la mia nonna paterna.
La ricetta è tramandata oralmente, spesso non ha un quantitativo esatto di farina e nemmeno di acqua, usatissima l'espressione: <<quella che raccoglie!>> un'approssimazione che sapete in pasticceria non funziona, soprattutto se sperimentate qualcosa per la prima volta!
Ci vuole una biga (pre impasto ottenuto dalla miscelazione di acqua, farina e lievito) fatta la sera prima, impastata ben due volte e poi lasciata riposare fino al mattino successivo!
Poi altro lievito, farina, acqua, burro, buccia di arancia e limone, un mix di liquori per dolci, una spolverata di cannella, chiare d'uovo e codette di zucchero colorate per decorare.
Un procedimento lungo e laborioso, che regala un risultato meraviglioso.
Una torta alta e morbidanon soffice come il panettone con una consistenza più compattanon asciutta, molto profumata ma non troppo dolce, perfetta per la colazione, un dopo pasto e ottima.. direi strepitosa con un bel pezzo di cioccolato (fondente per me!).
Mi sono cimentata quest'anno per la prima volta, il risultato non è male ma va migliorato, ho dovuto dividere la dose classica che si fa da noi di ben 20 uova e ridurle a 5 uova, per ottenere 2 pizze.
Sappiate che dividere semplicemente il quantitativo degli ingredienti non basta, in pasticceria ci vuole altro!
Qualche nozione di chimica, qualche conoscenza in più sugli ingredienti che si utilizzano, ma soprattutto tanta esperienza ed un po' di attitudine personale!
Anche la cottura, non è uno scherzo, il parametro di riferimento è il forno a legna... quindi capite bene che cuocere la pizza di pasqua nel forno di casa non è uno scherzo, senza farla seccare all'interno o bruciare sopra!
Per la prima volta posto il risultato ma non la ricetta, che cattiva penserete?
Nessuna cattiveria, nel mio blog posto solo cose testate ed assaggiate più volte e magari da palati diversi, se passano l'esame sono pronte per voi!
E' una questione di rispetto, per tutti quelli che si affidano a me e decidono di sperimentare una ricetta.
Auguro a tutti una Buona Pasqua!
Un augurio speciale a tutte le food blogger che stanno trafficando in cucina, tra un ingrediente nuovo, uno vecchio, con tovaglie stirate di fresco tra le mani ed una foto strappata alla frenesia delle feste e regalano un piatto curato a coloro che amano, condividendo con tutti un po' della loro passione per la cucina.




Pizza di Pasqua







martedì 26 marzo 2013

Crostata con zucchero muscovado e confettura di frutti di bosco

I dolci.. che passione!
Sono da sempre una golosa, mi piacciono quasi tutti i tipi di dolci o almeno non disdegno un assaggio.. 
In primis quelli fatti in casa sani e buoni, quelli golosi della pasticceria e quelli ''peccaminosi'' e poco sani del supermercato.
Ho delle preferenze, come tutti, ma sarebbe un elenco troppo lungo da stilare!
Con il tempo ho ridotto le dosi di dolci, per ovvie ragioni metaboliche (dopo i 30 assimili anche l'aria!!!) infatti ho notato che col passare degli anni cambia il modo in cui il nostro corpo assimila grassi e zuccheri, quindi meglio contenersi un po' anche per questioni di salute!
Potrei fare a meno dei dolci troppo stucchevoli, quelli nei quali l'unica cosa che il palato avverte è la presenza di zucchero, oppure quelli troppo ''pasticciati'' ossia troppo carichi di mille creme, nei quali c'è un pasticcio di sapori.
Ma se proprio dovessi scappare e portare con me un dolce, il primo che mi viene in mente é una bella crostata.
Una frolla friabile, profumata di vaniglia e limone,coperta da una buona confettura di frutta e magari ben cotta.
La crostata è uno dei dolci che preparo più spesso, uno tra i miei preferiti da sempre. 
Un tempo ero capace di finirmene metà a colazione e si parla di crostate grandi, quelle fatte dalla nonna!
Oggi vi propongo una frolla fatta con lo zucchero muscovado, l'ho provata e mi ha conquistata, una piccola variante alla frolla che abitualmente faccio.
Ho usato una confettura di frutti di bosco che è perfetta in abbinamento con il sapore della frolla che sà leggermente di melassa, grazie a questo zucchero non raffinato, dal colore scuro, estratto dalla canna da zucchero che conserva tutti i sali minerali, ha un profumo di caramello ma un sapore che vagamente ricorda la liquirizia (ma che poi non si sente nell'impasto).
Questo zucchero regala alla crostata un colore più brunito, una nota di sapore diversa dal solito, un'ottima friabilità e la confettura dolce e un po' aspra dei frutti di bosco fa il resto!



Crostata con zucchero muscovado e confettura di frutti di bosco



























Ingredienti
per 8 persone

300 GR DI FARINA ''00'' (più un po')

140 GR DI BURRO (più un po' per lo stampo)
65 GR DI ZUCCHERO MUSCOVADO
35 GR DI ZUCCHERO SEMOLATO
1 UOVO INTERO
2 TUORLI
1/2 SCORSA DI LIMONE GRATTUGIATO (non trattato)
1/2 BACCA DI VANIGLIA BOURBON
6 GR DI LIEVITO IN POLVERE 
1 PIZZICO DI SALE FINO
130 - 150 GR DI CONFETTURA DI FRUTTI DI BOSCO

Occorrente

TEGLIA DA 24
MATTERELLO
CARTA PELLICOLA
RECIPIENTE
GRATTUGIA

Per cominciare lavate e asciugate bene il limone e grattugiate metà della scorza.

Aprite la mezza bacca di vaniglia con un coltello, incidendola nel senso della lunghezza e recuperate tutti i semi all'interno.

In un recipiente versate la farina e il lievito setacciati, aggiungete il burro freddo a dadini, lo zucchero muscovado, lo zucchero semolato, un pizzico di sale fino, il limone grattugiato e i semi di vaniglia, iniziate ad impastare con la punta delle dita.

Aggiungete l'uovo intero ed impastate ancora, poi i due tuorli e continuate ad impastare velocemente fino ad ottenere una pasta liscia.
Fate una palla con l'impasto, ricopritelo con carta pellicola e mettetelo in frigorifero per 30 minuti.
Intanto accendete il forno a 180°gradi.

Imburrate lo stampo.

Stendete la maggior parte dell'impasto con l'aiuto del matterello sul piano di lavoro, cosparso leggermente di farina, spesso appena un centimetro (non esagerate visto che un po' l'impasto cresce in cottura) adagiatelo nello stampo e con le nocche delle dita spingete l'impasto come a creare un bordo tutto intorno, altro almeno un centimetro (per evitare che la marmellata esca).
Versate la marmellata sulla sfoglia di frolla, distribuitela con un cucchiaio partendo dal centro fino a due centimetri dai bordi.
Con il resto della pasta fate le strisce per la crostata, allungando la pasta sul piano di lavoro a formare delle cordicine, con l'aiuto delle mani e di un po' di farina per evitare che si attacchi.
Sistematele le ''strisce" sulla crostata e per finire, fate un cordoncino più grande tutto intorno al bordo, schiacciatelo leggermente con una forchetta per rendere migliore l'effetto visivo.

Infornate per 25 minuti a 180°gradi.

Una volta cotta, sfornate, aspettate che si raffreddi per bene e poi sformate.
Gustatela a colazione, a merenda, col caffè o anche con un buon rosso!



Crostata con zucchero muscovado e confettura di frutti di bosco


Con questo post partecipo al Giveaway di La ricetta che Vale





venerdì 22 marzo 2013

Fideuà di terra

La sfida dell'MTC di Marzo è la Fideuà di Mai, un piatto strepitoso, colorato, profumato e buono, come solo i piatti della tradizione Spagnola sanno essere.
La Fideuà, per chi non lo sapesse, è un piatto a base di fideus un formato di pasta simile a spaghetti sottili ridotti in piccoli pezzi e condito con pesce, pomodori e zafferano.
Questo piatto viene accompagnato quasi sempre da una salsa a base di aglio detta alioli.
La Fideuà fu creata, agli inizi del novecento, da un cuoco di un peschereccio tale Juan Bautista Pascal che decise di sostituire al riso i fideus, per rendere i piatti che cucinava meno gradevoli al Capitano della nave che divorava tutto il cibo, non lasciando nulla al resto della ciurma.
L'idea di Juan Batista riscosse invece il plauso dell'ingordo capitano e si diffuse ben presto in tutta la Spagna, come ci hanno informato le ragazze dell'MTC.
Ma se Juan Batista avesse provato a sostituire il pesce con le verdure?
Certo non lo poteva fare spesso, visto che sulle navi del tempo non c'erano frigoriferi e il deterioramento del cibo era molto veloce, ma ogni tanto si scendeva a terra...
Il peschereccio ha appena attraccato in uno dei porti del mar mediterraneo, sulle coste dell'Italia, una breve sosta dopo giorni di navigazione, giusto il tempo per far rifornimento di acqua, vino e magari.. di verdure!
Juan Batista ha pochi soldi e poco tempo, tra poco si "prende il mare".. riesce a procurarsi: carote, patate, fagiolini, cipolle, sedano, pomodori, zucchine, peperoni e decide di dar vita ad un nuovo piatto: Fideuà di terra, sperando che il capitano non gradisca!
Si riparte... 
Il cuoco è in cucina, pulisce le verdure, mette su il brodo, prepara la salsa a base di peperoni rossi, aglio e mandorle
Il Capitano vuole mangiare tra qualche ora e tutto deve essere pronto.
Il profumo di questa fideuà di terra spaventa Juan, il rancio è pronto e un mozzo lo porta al Capitano.
Dopo poco, il Capitano, chiede il bis e il tris..
Neanche stavolta la ciurma avrà modo di fare un buon pasto!
Questo racconto è frutto della mia fantasia ed è il modo nel quale nasce la mia fideuà di terra a base di verdure, un piatto che mi ha stupito per la sua bontà e che di sicuro il nostro Capitano avrebbe gradito!


Fideuà di Terra







Ingredienti

per 2 persone

Per la Fideuà

180 GR DI SPAGHETTINI N°3 A PEZZETTI
2 ZUCCHINE
2 CAROTE
8 PATATE NOVELLE
100 GR DI FAGIOLINI
100 GR DI PISELLI 
10 PICCOLI POMODORI (per me Piccadilly)
1 COSTA DI SEDANO
1 MAZZETTO DI PREZZEMOLO
1 MAZZETTO DI BASILICO
1/2 CIPOLLA PICCOLA
1/4 CUCCHIAINO DI PAPRICA DOLCE
1 CUCCHIAINO DI ZAFFERANO IN POLVERE
1 SPICCHIO DI AGLIO
OLIO EXTRAVERGINE D'OLIVA
SALE

Per il brodo vegetale

1 LITRO DI ACQUA 
2 CAROTE GRANDI
1 CIPOLLA
1 COSTA DI SEDANO
SALE
1 RAMETTO DI TIMO FRESCO o 1 FOGLIA DI ALLORO

Per la salsa al peperone

1 PEPERONE ROSSO
50 GR DI MANDORLE SPELLATE
4 CUCCHIAI DI OLIO EX.D'OLIVA
1 CUCCHIAIO DI SUCCO DI LIMONE FRESCO
1 RAMO DI PREZZEMOLO FRESCO
1 SPICCHIO DI AGLIO
1 PIZZICO DI SALE

Occorrente

2 PENTOLE
1 PADELLA
1 FRULLATORE o MORTAIO
SETACCIO (per filtrare il brodo)

Per cominciare lavare e mondare tutta la verdura che occorrerà per preparare il piatto.


Brodo vegetale

In una pentola versare un litro di acqua, immergere le carote, la cipolla, il sedano tagliati grossolanamente, il rametto di timo e portare a bollore.
Salare e continuare a cuocere per 1 ora, poi filtrare il brodo.


Salsa al peperone
Eliminare la pelle del peperone.
Mettete il peperone in forno caldo a 200°gradi con il grill acceso, per 15 - 20 minuti, girando di tanto in tanto, quando sarà ben abbrustolito toglietelo dal forno ed eliminate la pelle.
Per facilitarvi il compito, potete mettere il peperone caldo dentro un sacchetto di plastica, attendere 10 minuti e poi tirarlo fuori, la pelle si toglierà con molta rapidità.
Riducete il peperone in pezzi, fate lo stesso con le mandorle, versate tutto in un contenitore, aggiungete lo spicchio d'aglio, l'olio ex.d'oliva, il limone, il prezzemolo in pezzetti, sale e frullate tutto per qualche minuto.
Assaggiate, aggiustate di sale ove ce ne fosse bisogno.


Fideuà
Riducete la verdure in piccoli pezzi, immergetele 5 minuti in acqua bollente, versatele poi in un recipiente con acqua molto fredda per fermare la cottura e mantenere vivo il colore, poi scolate bene.
Nella stessa pentola di acqua bollente, immergete anche i pomodori per 3 minuti, incidendoli precedentemente la buccia con un coltello, in modo da facilitare l'eliminare della buccia.


Portate il brodo vegetale a bollore, abbassate poi il fuoco al minimo.

In una padella capiente versate 2 cucchiai di olio ex. d'olivatostate gli spaghettini  spezzati qualche minuto, in modo da colorirli e poi metteteli in un piatto.

Nella stessa padella versate 3 cucchiai di olio ex. d'oliva, la cipolla a pezzetti e lo spicchio d'aglio, dopo qualche minuto aggiungete i pomodori pelati a spicchi e il basilico fresco a pezzetti, fate cuocere per circa 5 minuti.


Aggiungete un mestolo di brodo diluendoci lo zafferano, versate un quarto di cucchiaino di paprica dolce, mescolate e aggiungete la pasta e altro brodo a coprire (senza eccedere).

Cuocete a fuoco medio per 2 minuti circa, poi aggiungete le verdure
continuate a cuocere, aggiungendo pian piano brodo fino ad ultimare la cottura, aggiustate di sale ed impiattate.
Servita la  Fideuà calda oppure tiepida, con la salsa di peperoni è un pranzo da re.. altro che Capitano!


Con Fideuà di terra partecipo all'MTC di Marzo 2013




















mercoledì 20 marzo 2013

Sformati di miglio e verdure

Non avevo mai mangiato il miglio, ma avevo letto delle sue proprietà benefiche ed anche qualche notizia sulla sua storia..
Il miglio è un cereale che fa parte della famiglia delle Poaceae meglio note come Graminanacee; la sua origine non è molto chiara, di sicuro era coltivato in Cina e in India e si diffuse in tutta l'Asia e in Africa dove tutt'ora è molto consumato. 
Giunse anche in Europa e nel periodo medioevale era considerato alimento importante, avendo anche la caratteristica di conservarsi a lungo, molto usato quindi nei periodi di carestia.
Pian piano fu sostituito da altri cereali, soprattutto con l'ingresso del mais che arrivava dalle Americhe, il miglio cadde lentamente in disuso.
Negli ultimi anni, con il ritorno agli alimenti base, alla semplicità, alla terra,  di cui parlavo qualche post fa c'è stato un recupero di questo cereale che vanta caratteristiche invidiabili.
Il miglio può essere consumato dai celiaci (previa osservazione dell'etichetta perchè può essere prodotto in stabilimenti dove lavorano il glutine) è ricco di ferro, magnesio, fosforo, silicio, vitamina A e B.
Nel miglio troviamo un alto contenuto di proteine benefiche per il sistema linfatico, è inoltre facilmente digeribile e contiene colina e lecitina adatti a persone sedentarie che svolgono attività intellettuali e utile soprattutto quest'ultima per combattere il colesterolo.
Insomma un buon inizio!
Il miglio ha un sapore molto delicato, si combina bene con carne e verdure, non ha bisogno di essere messo a mollo e in 25-30 minuti è pronto!
Ho deciso di condirlo con un mix di verdure cotte in forno e poi l'ho messo in forma, creando piccoli sformati che ho accompagnato con una salsa di pomodori secchi e pinoli, un gusto che mi ha conquistata!




Sformati di miglio e verdure






Ingredienti

per 6 - 8 mini sformati

Per il Miglio

150 GR DI MIGLIO DECORTICATO
300 GR DI ACQUA (più un po') BOLLENTE
3 CUCCHIAI DI OLIO EXTRAVERGINE D'OLIVA
SALE

Per le Verdure

2 ZUCCHINE
1 MELANZANA PICCOLA
2 SCALOGNI
1 COSTA DI SEDANO
2 CAROTE PICCOLE
1 PEPERONE PICCOLO
1 PATATA GRANDE
1/2 CUCCHIAINO DI MENTA ESSICCATA
1 CUCCHIAINO DI SANTOREGGIA ESSICCATA
5 CUCCHIAI DI OLIO EXTRAVERGINE D'OLIVA
2 PRESE DI SALE FINO (1 CUCCHIAINO circa)

Per la Salsa di pomodori secchi

5 POMODORI SECCHI sott'olio
1 CUCCHIAIO DI PINOLI
3 CUCCHIAI DI OLIO EX. D'OLIVA
2 CUCCHIAI DI ACQUA

Occorrente

TEGLIA 26 cm
PADELLA
PENTOLA
STAMPINI
FRULLATORE

Per cominciare lavare le verdure e ridurle in dadini di circa 1 centimetro di spessore.

Pelate gli scalogni e triturateli finemente.
Accendete il forno a 200°gradi.

Verdure

In una teglia capiente, versate le verdure a cubetti: zucchine, melanzana, carote, patata, sedano, peperonesalate, versate l'olio ex.d'oliva, aggiungete la menta, la santoreggia rimestate bene, infornate a 200°gradi per 50 minuti.
A metà cottura abbassate a 190°gradi e mescolate le verdure, per avere una cottura uniforme.
Una volta cotte lasciatele al caldo ma non in forno o continueranno a cuocere.

Miglio

Mentre le verdure cuociono in forno, potete preparare il miglio che va tostato con l'olio ex. d'oliva in una padella (preferibilmente antiaderente) per qualche minuto, poi va aggiunta acqua bollente salata (pari al doppio del peso del miglio)  e va lasciato cuocere a fiamma bassa per 25 minuti circa, rimestando ogni tanto.
Io metto a bollire qualche mestolo in più d'acqua, che eventualmente aggiungo se il miglio dovesse asciugarsi troppo in cottura e non essere ancora pronto.
Una volta cotto, lasciatelo nella padella fino a completo assorbimento dell'acqua.

Salsa 

Frullate i pomodori secchi, con olio ex. d'oliva, i pinoli e un pochino d'acqua. Lasciate la salsa da parte per accompagnare i mini sformati.

Mescolate la verdura al miglio.

Versate un po' d'olio negli stampini e distribuitelo anche sui bordi, mettete il miglio così condito all'interno degli stampini con un cucchiaio, pigiate bene per farlo aderire allo stampo.
Lasciateli in forma una decina di minuti e poi sformateli su un piatto accompagnandoli con la sala di pomodori secchi e spolverato magari di santoreggia.
Oppure potete preparare gli sformati, la mattina per la sera oppure per il giorno dopo, conservali in frigo e scaldarli 5 - 10 minuti a 180°gradi in forno, prima di consumarli.



Nota
Il miglio in cottura si sfalda leggermente, i chicchi non saranno ben separati come accade per il cous cous, non temete di averlo cotto troppo perchè 25 - 30 minuti sono necessari.




giovedì 14 marzo 2013

Pane

"Piove, senti come piove..madonna come piove, senti come viene giù.." citazione cantereccia del buon vecchio Lorenzo Cherubini.
Settimana adattissima per questa hit targata 1994, quanto tempo!
Beh.. meglio non fare i conti, già il cielo è grigio e piove, se inizio a contare gli anni che mi separano da questa canzone.. mi prende male!
Eh sì, perché mettetela come volete, dite quello che vi pare, ma la giovinezza con tutti i dissidi interiori che porta con se, è la fase della vita che preferisco.
Incasinati sì, ma pronti a tutto, con tante possibilità che si aprono davanti a noi e molte di quelle potrebbe trasformarsi in reali opportunità.
L'ebbrezza di sentirsi forti, quasi invincibili, paladini di diritti e poi magari confusi quasi da non sapere bene cosa si vuole, ma quello capita anche dopo gli anta!
Sono del "partito" di quelli che: <<se tornassi indietro (col senno di poi) alcune cose le cambierei eccome!>>
Le persone che dicono: <<io rifarei tutto daccapo>> le ammiro, io cambierei.
Non aiuta pensare a quello che si poteva fare e non s'è fatto, però ho l'onestà di ammettere che qualcosina quà e là, la ritoccherei ben bene.
Ad ogni modo nei ruggenti anni '90 mia nonna impastava ancora il pane a mano e cuoceva tutto nel suo forno a legna, il pane è una cosa speciale.
Nella panificazione c'è davvero una magia e non è data solo dal processo chimico e fisico che ci permette di ammirare la crescita della ''nostra creatura'' ma c'è dietro un mondo di riti, di memorie e di profumi che ti restano attaccati alla pelle, se hai la fortuna di assistere in prima persona a questo miracolo.
L'odore della farina, i teli di lino puliti e un po' rigidi, il segno della croce prima di iniziare ad impastare e l'odore del lievito.
Così, forte di questi ricordi e del mio lievito madre ben in forza, ho voluto provare a fare il pane nel mio timido forno elettrico, che di certo non raggiunge le temperature del forno a legna ma se la batte bene.
Non è la prima volta che faccio il pane, ma di sicuro la prima che panifico con un lievito madre, che ho curato per giorni.
Pazienza tanta e anche paura, c'è sempre l'incognita del patatrac e in questi casi la delusione è dietro l'angolo. 
Quando ci metti tanto del tuo in una cosa, ti aspetti di vedere dei risultati o un segno, che la direzione presa sia quella giusta.
E quando sbirci sotto i teli, dove hai riposto l'impasto e vedi che inizia a lievitare.. ti si apre un sorriso istantaneo sul volto e di colpo ti senti una bambina che riesce nel suo gioco preferito.
Mentre impasto, senza l'aiuto di nessun robot da cucina, ma con la sola forza delle braccia, ogni volta mi chiedo: quanta forza doveva avere mia nonna che di solito faceva una decina di pagnotte in un'unica soluzione?
Ed io, per mezzo chilo di pane, mi dico... può bastare o impasto ancora?
Una bella fatica, perché il pane va lavorato, va manipolato, stirato, battuto e poi riposa lungamente, soprattutto se usate il lievito madre.
Ed ecco il mio profumato risultato... croccante fuori e morbido dentro, ottimo con una fetta di salame, un filo d'olio extravergine d'oliva e divino per fare la scarpetta in un buon sugo!






Pane







Ingredienti

550 GR DI FARINA DI GRANO TENERO BIO "0" (più un po')
250 GR DI LIEVITO MADRE
250 ML CIRCA DI ACQUA TIEPIDA
1/2 CUCCHIAINO DI SALE FINO


Occorrente
PLACCA DA FORNO
CARTA DA FORNO
SPIANATOIA
RECIPIENTE
TELI DI COTONE
TELO DI LANA
SETACCIO

Per cominciare setacciate la farina.

Versate la farina sul vostro piano di lavoro, create un anello al centro e mettete il vostro lievito madre, iniziate ad aggiungere acqua tiepida poco alla volta e cominciate ad impastare raccogliendo pian piano la farina dai bordi.
Dovete incorporare all'impasto tutta la farina, dal momento che molto dell'assorbimento dell'acqua dipende dal tipo di farina che utilizzate, non abbiate fretta a versare tutta l'acqua.
A metà impasto, quando è ancora appiccicoso, versate il sale e continuate ad impastare.
Dovete ottenere una pasta morbida, uniforme e liscia, potete aggiustare con un po' di acqua in più o farina.
A questo punto allungate l'impasto rotolandolo sul piano con entrambe le mani, come a creare un filone, tirate la pasta e arrotolatela su se stessa. 




Poi allungate ancora l'impasto e ripiegatelo due volte a libro, fate queste operazioni due o tre volte.








Battete la pasta sul piano e poi create una palla, rimboccando i bordi dell'impasto sotto, come si fa con le lenzuola.
Praticate un taglio a croce sull'impasto con un coltello a lama liscia ben affilato e mettetelo a riposare in un recipiente infarinato coprendo con due teli di cotone pulito.




A questo punto potete posizionare l'impasto nel forno spento, ma con la luce accesa la temperatura che si crea in questo modo si aggira intorno ai 25° gradi ottima per favorire la lievitazione.
Oppure potete mettere il contenitore coperto da teli di cotone ed un telo o una copertina di lana, in un posto al riparato da correnti d'aria.

Trascorse circa 4 ore, quando l'impasto sarà raddoppiato di volume, accendete il forno a 230°. (Ovviamente se avete posizionato la pasta a lievitare dovete toglierla quando accendete il forno!)
Il forno deve essere acceso almeno 40 minuti prima di infornare il pane.

Con molta delicatezza, staccate l'impasto dal contenitore, posizionatelo su una placca foderata con carta da forno e fate cuocere a 220° - 230° gradi per 40- 45 minuti.
Quando sarà bel colorito, tiratelo fuori e fatelo raffreddare bene, poi assaggiate.. ne sarà valsa la pena!



Pane



Consigli
Vi suggerisco di infornarlo nella parte bassa del forno, la spinta di calore dal basso favorirà una migliore ricrescita del pane.
Potete conservare la pagnotta avvolta in un telo di cotone dentro una busta di carta ma all'interno di un pensile, se invece non lo mettete in un luogo chiuso sempre in un telo di cotone e poi in una busta di plastica, in entrambe i casi si conserverà fino a 5 giorni.


Con questa ricetta partecipo al contest "Il piatto della nonna"del blog Cucinando con Paola.




martedì 12 marzo 2013

Lievito madre

Negli ultimi anni si sta riscoprendo l'importanza del mangiar bene, partendo da materie di prima qualità, magari a chilometro zero e prodotti privi di pesticidi che hanno dato vita alla cosidetta agricoltura biologica.
In qualche modo stiamo cercando di tornare alle origini, alla campagna, alla terra.. dalla quale tutto parte.
Sono fortunata perché ho avuto il privilegio e in qualche post precedente l'ho accennato, di vivere la mia infanzia e parte dell'adolescenza in campagna dai miei nonni agricoltori, allevatori di bestiame che avevano la necessità e non il diletto di fare tutto home made.
Quando si è piccoli si dà tutto per scontato e anche se osserviamo con curiosità quello che è intorno a noi, non tutto rimane fisso nella nostra mente, soprattutto le magie che accadevano nella cucina dove tutto aveva un profumo prezioso.
Complicato poi ricordare bene le dosi.. soprattutto con una nonna che usava spesso l'espressione: << ..faccio ad occhio!>>.
Ma il suo era un occhio che ne aveva viste tante di cose nel tempo ed era un occhio che si fidava della mano che riconosceva quando l'impasto era pronto e dell'olfatto quando il pane era cotto, nel forno a legna non c'era il termometro che indicava la temperatura!
Poi l'aria di campagna faceva bene non solo a noi, ma anche a tutte le cose che ci vivevano e che lì prendevano vita.
Come il lievito madre o  pasta madre che per crescere si nutre anche dei batteri presenti nell'aria.
Il lievito madre è un impasto di acqua e farina che grazie alla fermentazione spontanea di batteri e lieviti raggiunge un grado di acidità utile a procurare la lievitazione degli impasti nei quali verrà impiegato. 
Se ben curata la pasta madre, può sostituire i lieviti che troviamo in commercio (tipo il lievito di birra) facendoci ottenere splendidi risultati.
Grazie a questo tipo di lievitazione, gli impasti saranno più digeribili e si manterranno più a lungo. 
Per essere più precisi, il lievito madre ha in se lieviti naturali come i lactobacilli (a fermetazione lattica e acetica) e i saccharomyces cerevisiae che si moltiplicano nutrendosi dell'amido e degli zuccheri presenti nella farina e dei microrganismi presenti nell'aria.
I lieviti metabolizzando gli zuccheri innescano la fermentazione alcolica, che produce anidride carbonica e alcol etilico, principali responsabili del rigonfiamento degli impasti.
Ma come realizzarla?
Ci sono siti, libri, rubriche,video che non parlano d'altro, difficile capire quale linea seguire e difficile anche ottenere un buon risultato.
Importante è la farina usata, l'acqua, il clima e soprattutto la vostra pazienza!
In questo post vorrei parlarvi del lievito madre, non illustrando dettagliatamente tutti i passaggi perché è un mestiere delicato che lascio ad altri, ma raccontandovi quello da tener presente se volete imbarcarvi in questa avventura.
Creare la vostra pasta madre e utilizzarla nelle vostre preparazioni, tenendo conto che ci sono pasticcerie e panifici che usano lo stesso lievito madre da decenni; infatti è possibile reperire da amici, parenti o appunto nei luoghi dove si panifica una parte di questo lievito, da conservare e custodire per avere a disposizione un lievito madre, saltando la fase di autoproduzione.
E ricordandovi di conservarne una parte ogni volta che lo impiegate nelle preparazioni.
Ringrazio la mia amica Anna per avermi fatto dono di questo lievito che ha diversi anni e che sto curando al meglio!


Lievito madre





Per produrlo da dove si parte?

Impastando 100 gr di farina con 100 gr di acqua, si lascia l'impasto in un recipiente pulito, coperto da un canovaccio di cotone e un telo di lana, a temperatura ambiente (circa 25°) lontano da correnti d'aria, per 24-48 ore finchè non aumenta di volume.

Oppure si può mescolare yogurt intero bianco con la stessa quantità di farina, questo aiuterà la fermentazione grazie alla presenza dello yogurt.
O ancora utilizzare una purea di mele cotte a cui aggiungere farina, lasciare riposare sempre fino a che non raddoppia il suo volume.
Poi si prosegue con i rinfreschi (aggiunta di acqua e farina) successivi fino ad ottenere un impasto maturo e pronto per l'utilizzo.
Il lievito è pronto quindi maturo quando raddoppierà di volume in 4 ore, avrà un aspetto soffice, un colore bianco soprattutto all'interno e saranno ben evidente degli alveoli
Quì troverete indicazioni da cui partire per riprodurre il lievito madre in casa.


Come si mantiene - i rinfreschi 


Il lievito madre va nutrito, grazie ai rinfreschi che devono essere fatti utilizzando il lievito madre più la stessa quantità in peso di farina e la metà della quantità d'acqua, questo lavoro deve essere fatto almeno 1 volta a settimana, poi può essere riposto in frigorifero, fino al prossimo utilizzo.

Va curato come un bambino!
Quì un tutorial (non mio!) per il rinfresco.

Quale farina usare?


Importante è partire da una farina biologica e soprattutto macinata a pietra che evitando il surriscaldamento del cereale in lavorazione, mantiene intatte tutte le proprietà che poi aiuteranno la fermentazione naturale. 

La farine usate per nutrire il lievito in fase di preparazione possono essere di diversi tipi, perché favoriranno un nutrimento completo ai microorganismi e non mi riferisco al grado di raffinazione 00 - 0 - 1 - 2 (numeri che indicano quanto la farina sia raffinata) si parte dalla più raffinata fino a quella meno raffinata ma anche al tipo di cereale usato che non dev'essere per forza solo il grano ma si può variare, utilizzando ad esempio: la segale, il kamut, la crusca, per avere un lievito madre pronto per diversi impasti.
Tra le farine bianche di grano tenero quella migliore per rinforzare il lievito madre nei rinfreschi è quella più ricche di proteine e amido utile per nutrire i lieviti e lo stesso vale per la panificazione: si usa la "0" la "1" e anche la "2".

Caratteristiche del lievito o pasta madre


Il lievito madre ha bisogno di tempo e cure, ma garantisce risultati eccellenti che si riflettono anche sul vostro organismo.

La proteolisi operata dai batteri presenti nel lievito favoriscono una maggior digeribilità dei lievitati ottenuto con l'impiego di pasta madre.
Grazie al lento processo di lievitazione avremo inoltre una maggior disponibilità di sali minerali e una più lunga conservazione dei prodotti.


Inoltre suggerisco e questo arriva direttamente dai consigli della nonna, di usare contenitori di vetro o di coccio per conservare il lievito madre e in fase di lievitazione coprite con teli puliti (cotone e lana) e non con la pellicola perché è importante far respirare il lievito, pur mantenendo una temperatura (intorno ai 25°) costante per favorire la lievitazione.




Fonti:

Peccati di gola di Luca Montersino
Pasta madre comunità del cibo
Atelier cucina.it
Gennarino.org
Wikipedia


mercoledì 6 marzo 2013

Torta Mimosa

Tra due giorni si festeggia l'8 marzo la festa della donna.
Non c'è molto da festeggiare, anche se le nostre antenate sbigottirebbero se potessero vedere tutte le cose che possiamo fare oggi, loro non se le sognavano nemmeno!
Eppure c'è ancora così tanto da fare. 
Cambiare un'idea dentro una cultura è durissima, ci vogliono secoli e forse nemmeno bastano.
Ma ognuna di noi fa qualcosa ogni giorno: quando evita di giudicare un'altra donna ma si ferma a comprenderne le ragioni, quando non tollera gli atteggiamenti aggressivi di un uomo ma li combatte, quando educa i propri figli maschi o femmine all'uguaglianza nei loro doveri e soprattutto quando si ricorda di se stessa, non come madre, moglie, sorella o figlia ma solo per l'essere umano che è, con le sue fragilità e i suoi punti di forza.
Voglio festeggiare in anticipo con una torta, così avrete il tempo di prepararla se volete.. festeggiarvi!
Una torta Mimosa, che io amo, molto più del fiore a cui sono un po' allergica! 
Un pan di spagna morbido, fatto magari il giorno prima, una crema diplomatica anche detta erroneamente Chantilly e delle gocce di cioccolata fondente per darle carattere, il tutto aromatizzato da una grappa profumata.
Dedico questa torta a tutte voi food blogger che ogni giorno lo so, fate i salti mortali per regalare una ricetta, un'idea, una novità magari annaspando nelle altre mille cose da fare, gestire; cose di cui siete a volte, vostro malgrado, le protagoniste assolute.
Una dedica anche a tutte le donne della mia vita che con il loro esempio mi hanno insegnato ad essere forte, perchè l'esempio conta più di qualsiasi cosa.
E una dedica speciale a mio padre, che mi ha permesso di essere la donna che sono.


Torta Mimosa



Ingredienti

per 4 - 6 persone

Pan di Spagna 

150 GR DI UOVA
100 GR DI ZUCCHERO SEMOLATO
80 GR DI FARINA "00"
25 GR DI AMIDO DI MAIS O FECOLA DI PATATE
30 GR DI BURRO FUSO
1 CUCCHIAIO DI ESTRATTO DI VANIGLIA
8 GR DI LIEVITO VANIGLIATO (circa mezza bustina)
1 PIZZICO DI SALE FINO

Per la bagna

100 ML DI ACQUA
60 ML DI ZUCCHERO SEMOLATO
50 ML DI GRAPPA (per me Ben Ryè di Donna fugata)

Crema Pasticcera

200 GR DI LATTE FRESCO INTERO
50 GR DI PANNA FRESCA LIQUIDA
45 GR DI TUORLI D'UOVO FRESCHISSIMI
50 GR DI ZUCCHERO SEMOLATO
5 GR DI AMIDO DI MAIS
15 GR DI FARINA "00"
1/2 DI BACCA DI VANIGLIA BOURBON

Per la crema Diplomatica

250 GR DI CREMA PASTICCIERA
150 GR DI PANNA MONTATA FRESCA
1 CUCCHIAIO DI ZUCCHERO A VELO (più un po' per decorare)
20 GR DI GOCCE DI CIOCCOLATO FONDENTE

Occorrente

STAMPO PER TORTA DA 22 CM
RECIPIENTI
PENTOLINI
COLTELLO
FRUSTA MANUALE
MISURINO
SETACCINO
PENNELLO
SBATTITORE O PLANETARIA
SPATOLA

Per cominciare tirate fuori le uova dal frigorifero almeno 20 minuti prima dell'utilizzo, a temperatura ambiente sarà più facile montarle.

Pesate tutti gli ingredienti per realizzare il pan di spagna e setacciate la farina, la fecola e il lievito insieme.
Fate sciogliere il burro in un pentolino.
Per la bagna lo zucchero nell'acqua a fuoco medio e lasciate raffreddare, poi aggiungerete la grappa.
Accendete il forno a 180°gradi.

Pan di Spagna 
In un recipiente versate le uova, lo zucchero semolato, un pizzico di sale e l'estratto di vaniglia montate gli ingredienti con lo sbattitore a velocità media, per almeno 10 - 15 minuti, quando il composto risulterà chiaro e gonfio con una consistenza che vi permetterà quasi di ''scrivere'' con la pastella, potete spegnere lo sbattitore e aggiungere con un cucchiaio la farina miscelata con la fecola e il lievito in precedenza setacciati.
Mescolate il composto con una frusta manuale dall'alto verso il basso, per non smontare le uova, fino a completo assorbimento delle polveri, poi versate a filo il burro fuso (che deve essere freddo) e continuate a mescolare.
Versate il composto ottenuto nella teglia imburrata e infornate a 180°gradi per 25 minuti circa, fate la prova stecchino per verificare che il pan di spagna sia asciutto all'interno e lasciatelo raffreddare.

Crema Pasticcera

Mettete a scaldare a fuoco medio il latte con la panna e un quarto di bacca di vaniglia incisa.
In un recipiente versate i tuorli con lo zucchero semolato, i semi dell'altro quarto di bacca di vaniglia (ottenuti incidendo la bacca e raschiandoli via con un coltello) montate tutto fino ad ottenere un composto chiaro e omogeneo, aggiungete poi la farina e l'amido di mais, mescolate bene.
Appena il latte con la panna accennano a bollire, togliete la bacca di vaniglia e versate a filo sulle uova montate, mescolando con la frusta, poi mettete tutto il composto nel pentolino. 
A fuoco basso, continuando a mescolare fino a quando accenna a bollire, fate rapprendere la crema 1 minuto circa poi spegnete il fuoco e versate tutto in un recipiente, altrimenti nel pentolino la crema continuerà a cuocere.
Fate raffreddare per circa 1 ora.

Crema Diplomatica 
Montate la panna con lo zucchero a velo vanigliato, miscelate alla crema pasticciera molto delicatamente con la frusta, facendo movimenti dal basso verso l'alto.

Quando il pan di spagna sarà ben freddo, eliminate con un coltello la parte scura sopra e intorno, senza togliere troppo.

Praticate poi due tagli orizzontali ottenendo tre dischi, lasciate da parte quello centrale dal quale otterrete i pezzi per rifinire la torta.
Allo sciroppo di zucchero unite la grappa, mescolate e bagnate con l'aiuto di un pennello il primo disco, senza esagerare.
Versate metà della crema diplomatica che stenderete con l'aiuto di una spatola, aggiungete tutte le gocce di cioccolato.
Bagnate il secondo disco e versate la crema restante sopra e intorno alla torta, mettendone un po' di più sulla parte centrale, per dare l'effetto cupola alla mimosa.
Ora con i pezzetti di pan di spagna, ottenuti dal disco centrale, ricoprite tutta la torta.
Spolverate se vi piace con lo zucchero a velo e per dare un tocco di colore alla torta, potete utilizzare qualche candito di credo o arancia tagliato a listarelle da posizionare al centro della torta.
Fate raffreddare almeno qualche ora prima di consumarla, sarà più buona.


Torta Mimosa

Consigli

Potete bagnare il pan di spagna anche con uno sciroppo analcolico, tipo l'ananas.

Nota

Queste cose le avevo già accennate in un post precedente ma per chi non lo avesse letto:


Il Pan di Spagna Genovese differisce dal Pan di Spagna classico non solo per l'aggiunta di burro fuso ma anche per la lavorazione che viene fatta a caldo, ossia le uova vengono montate a bagnomaria e non a freddo.
Si dice Genovese perché creato da un cuoco genovese (Ciobatta Cabona) in occasione di un banchetto alla corte di Spagna.
Quello fatto da me in questo ricetta è simil genovese, io ho lavorato tutto a freddo, aggiungendo solo il burro.

La ricetta originale della Crema Chantilly è panna montata aromatizzata con la vaniglia e l'aggiunta di zucchero a velo, non come erroneamente si pensa in Italia la crema ottenuta dalla miscela di crema pasticciera e panna montata.
Si dice Chantilly perché creata da un cuoco francese (François Vatel) nel castello di Chantilly, in occasione di una festa in onore del re Luigi XIV.
La miscela di crema pasticciera e panna montata è la crema diplomatica.












lunedì 4 marzo 2013

Biscotti al cioccolato

La primavera si sente nell'aria.. ormai da settimane. 
Ieri era così percettibile anche in una grande città come Roma, dove il sole non lesina mai il suo splendore in qualunque stagione ed i parchi con il loro verde quasi sembrano avvertirti in maniera evidente dell'arrivo della bella stagione.
E allora dovremmo tutti stare meglio, con il sole che copre gran parte dell'Italia! 
Un popolo come il nostro, dovrebbe almeno goderne nell'umore, perché si sà che le popolazione latine odiano freddo, grigio e pioggia.
Ed invece non sembra cambiato nulla.
I volti angustiati, stressati, preoccupati e sfatti della gente ti fanno percepire un disagio più profondo, una fatica che spesso, troppo spesso ti fa dimenticare le piccole gioie quotidiane, quelle che ti fanno andare dritta una giornata anche quando va quasi tutto storto!
Sembra una follia pensare positivo ma bisogna partire da piccolissime cose soprattutto in questo momento storico, politico ed economico.
Che frase retorica eh!? 
Perdonate, volevo abbracciare tutto il delirio generale che ci avvolge.
Se dovete rimettere in sesto la vostra casa, che è un delirio (un termine a caso!), iniziate pian piano, non vi concentrate sul delirio totale o vi scoraggiate e gettate la spugna ancor prima di iniziare.
Si vede che è lunedì... sempre un po' cupo... eppure qualcosa di buono l'ho fatto.
Delle frolle al cioccolato con glassa di zucchero, a forma di stella perchè devo arricchire il mio carnet di stampini, alcuni non li trovavo e quindi tra cuoricini (che non ho mai amato tanto) e stelline.. per cambiare la tipica forma tonda, la scelta è stata scontata; stella batte cuore 2 a 0.
Biscotti friabili e croccanti, deliziosi nel latte (freddo o caldo), buoni nel thè ma eccezionali anche da soli!
La ricetta è frutto di mie elaborazioni di frolla negli anni ed è straprovata e testata. 
Se volete un buon biscotto al cioccolato fatto da voi, mettetevi all'opera ed in poco tempo avrete le vostre frolle al cioccolato.



Biscotti al cioccolato





























Ingredienti per 30 Biscotti
180 GR DI FARINA "00" più un po' 
30 GR DI CACAO AMARO IN POLVERE
150 GR DI BURRO
30 GR DI MARGARINA
95 GR DI ZUCCHERO DI CANNA 
1 TUORLO D'UOVO MEDIO
20 GR DI CIOCCOLATO FONDENTE GRATTUGIATO
1 CUCCHIAINO DI ESSENZA DI VANIGLIA
1 CUCCHIAINO DI FECOLA DI PATATE
1/2 CUCCHIAINO DI BICARBONATO
1/4 CUCCHIAIO DI SALE FINO

Glassa di zucchero
100 GR DI ZUCCHERO A VELO
6 GOCCE DI ESSENZA DI VANIGLIA
7-8 CUCCHIAINI DI ACQUA

Occorrente
RECIPIENTE
PLACCA DA FORNO
PELLICOLA
MATTERELLO
CARTA DA FORNO
SACÂPOCHE
STAMPINO A STELLA
GRATTUGIA
SETACCIO
PALETTA

Per cominciare setacciate in un recipiente la farina, il cacao, il bicarbonato, la fecola.

Biscotti
Nella stesso recipiente (o su un piano) con la miscela di farina, cacao, bicarbonato, fecola, aggiungete il cioccolato fondente grattugiato, il sale mescolate con la mano e nel centro mettete il burro e la margarina a pezzetti, lo zucchero di canna ed iniziate ad impastare per qualche minuto.
Poi aggiungete l'essenza di vaniglia e il tuorlo d'uovo leggermente sbattuto con una forchetta e continuate ad impastare velocemente, fate una palla con l'impasto rivestitelo di pellicola e fatelo riposare in frigorifero 30 minuti, intanto accendete il forno a 180°gradi.

Trascorso il tempo, su un piano spolverato di farina, stendete la pasta alta circa mezzo centimetro e con lo stampino ricavate dei biscotti che adagerete sulla placca rivestita di carta da forno.
Infornate a 180°gradi nel ripiano centrale del forno per circa 14 minuti, sfornate (fate attenzione i biscotti saranno morbidi e potreste romperli) con una paletta posizionateli su un vassoio per farli raffreddare bene.

Glassa di zucchero
In un bicchiere capiente mettete lo zucchero a velo, l'essenza di vaniglia, aggiungete i cucchiaini d'acqua pian piano mentre incominciate a mescolare molto velocemente con un cucchiaino la glassa, per evitare la formazione di grumi.
L'impasto risulterà denso e colloso, mettetelo nella sacâpoche e fate i vostri "disegni" a zig zag sui biscotti freddi. 
Fate asciugare almeno mezz'ora e poi addentatene uno o serviteli ai vostri amici.



Consigli
Importantissima la cottura, non dovete cuocerli troppo, i bordi non devono tendere al marrone scuro tipo nero, meglio un minuto in meno che in più.
Conservateli in un barattolo a chiusura ermetica, saranno fragranti fino a 5 giorni.
Se non avete la sacâpoche, potete fare un cono con la carta forno e utilizzarlo come tasca da pasticcere.


Nota
Il cucchiaino a cui mi riferisco nella ricetta è quello da thè che uso solitamente, leggermente più grande di quello per il caffè.