giovedì 14 marzo 2013

Pane

"Piove, senti come piove..madonna come piove, senti come viene giù.." citazione cantereccia del buon vecchio Lorenzo Cherubini.
Settimana adattissima per questa hit targata 1994, quanto tempo!
Beh.. meglio non fare i conti, già il cielo è grigio e piove, se inizio a contare gli anni che mi separano da questa canzone.. mi prende male!
Eh sì, perché mettetela come volete, dite quello che vi pare, ma la giovinezza con tutti i dissidi interiori che porta con se, è la fase della vita che preferisco.
Incasinati sì, ma pronti a tutto, con tante possibilità che si aprono davanti a noi e molte di quelle potrebbe trasformarsi in reali opportunità.
L'ebbrezza di sentirsi forti, quasi invincibili, paladini di diritti e poi magari confusi quasi da non sapere bene cosa si vuole, ma quello capita anche dopo gli anta!
Sono del "partito" di quelli che: <<se tornassi indietro (col senno di poi) alcune cose le cambierei eccome!>>
Le persone che dicono: <<io rifarei tutto daccapo>> le ammiro, io cambierei.
Non aiuta pensare a quello che si poteva fare e non s'è fatto, però ho l'onestà di ammettere che qualcosina quà e là, la ritoccherei ben bene.
Ad ogni modo nei ruggenti anni '90 mia nonna impastava ancora il pane a mano e cuoceva tutto nel suo forno a legna, il pane è una cosa speciale.
Nella panificazione c'è davvero una magia e non è data solo dal processo chimico e fisico che ci permette di ammirare la crescita della ''nostra creatura'' ma c'è dietro un mondo di riti, di memorie e di profumi che ti restano attaccati alla pelle, se hai la fortuna di assistere in prima persona a questo miracolo.
L'odore della farina, i teli di lino puliti e un po' rigidi, il segno della croce prima di iniziare ad impastare e l'odore del lievito.
Così, forte di questi ricordi e del mio lievito madre ben in forza, ho voluto provare a fare il pane nel mio timido forno elettrico, che di certo non raggiunge le temperature del forno a legna ma se la batte bene.
Non è la prima volta che faccio il pane, ma di sicuro la prima che panifico con un lievito madre, che ho curato per giorni.
Pazienza tanta e anche paura, c'è sempre l'incognita del patatrac e in questi casi la delusione è dietro l'angolo. 
Quando ci metti tanto del tuo in una cosa, ti aspetti di vedere dei risultati o un segno, che la direzione presa sia quella giusta.
E quando sbirci sotto i teli, dove hai riposto l'impasto e vedi che inizia a lievitare.. ti si apre un sorriso istantaneo sul volto e di colpo ti senti una bambina che riesce nel suo gioco preferito.
Mentre impasto, senza l'aiuto di nessun robot da cucina, ma con la sola forza delle braccia, ogni volta mi chiedo: quanta forza doveva avere mia nonna che di solito faceva una decina di pagnotte in un'unica soluzione?
Ed io, per mezzo chilo di pane, mi dico... può bastare o impasto ancora?
Una bella fatica, perché il pane va lavorato, va manipolato, stirato, battuto e poi riposa lungamente, soprattutto se usate il lievito madre.
Ed ecco il mio profumato risultato... croccante fuori e morbido dentro, ottimo con una fetta di salame, un filo d'olio extravergine d'oliva e divino per fare la scarpetta in un buon sugo!






Pane







Ingredienti

550 GR DI FARINA DI GRANO TENERO BIO "0" (più un po')
250 GR DI LIEVITO MADRE
250 ML CIRCA DI ACQUA TIEPIDA
1/2 CUCCHIAINO DI SALE FINO


Occorrente
PLACCA DA FORNO
CARTA DA FORNO
SPIANATOIA
RECIPIENTE
TELI DI COTONE
TELO DI LANA
SETACCIO

Per cominciare setacciate la farina.

Versate la farina sul vostro piano di lavoro, create un anello al centro e mettete il vostro lievito madre, iniziate ad aggiungere acqua tiepida poco alla volta e cominciate ad impastare raccogliendo pian piano la farina dai bordi.
Dovete incorporare all'impasto tutta la farina, dal momento che molto dell'assorbimento dell'acqua dipende dal tipo di farina che utilizzate, non abbiate fretta a versare tutta l'acqua.
A metà impasto, quando è ancora appiccicoso, versate il sale e continuate ad impastare.
Dovete ottenere una pasta morbida, uniforme e liscia, potete aggiustare con un po' di acqua in più o farina.
A questo punto allungate l'impasto rotolandolo sul piano con entrambe le mani, come a creare un filone, tirate la pasta e arrotolatela su se stessa. 




Poi allungate ancora l'impasto e ripiegatelo due volte a libro, fate queste operazioni due o tre volte.








Battete la pasta sul piano e poi create una palla, rimboccando i bordi dell'impasto sotto, come si fa con le lenzuola.
Praticate un taglio a croce sull'impasto con un coltello a lama liscia ben affilato e mettetelo a riposare in un recipiente infarinato coprendo con due teli di cotone pulito.




A questo punto potete posizionare l'impasto nel forno spento, ma con la luce accesa la temperatura che si crea in questo modo si aggira intorno ai 25° gradi ottima per favorire la lievitazione.
Oppure potete mettere il contenitore coperto da teli di cotone ed un telo o una copertina di lana, in un posto al riparato da correnti d'aria.

Trascorse circa 4 ore, quando l'impasto sarà raddoppiato di volume, accendete il forno a 230°. (Ovviamente se avete posizionato la pasta a lievitare dovete toglierla quando accendete il forno!)
Il forno deve essere acceso almeno 40 minuti prima di infornare il pane.

Con molta delicatezza, staccate l'impasto dal contenitore, posizionatelo su una placca foderata con carta da forno e fate cuocere a 220° - 230° gradi per 40- 45 minuti.
Quando sarà bel colorito, tiratelo fuori e fatelo raffreddare bene, poi assaggiate.. ne sarà valsa la pena!



Pane



Consigli
Vi suggerisco di infornarlo nella parte bassa del forno, la spinta di calore dal basso favorirà una migliore ricrescita del pane.
Potete conservare la pagnotta avvolta in un telo di cotone dentro una busta di carta ma all'interno di un pensile, se invece non lo mettete in un luogo chiuso sempre in un telo di cotone e poi in una busta di plastica, in entrambe i casi si conserverà fino a 5 giorni.


Con questa ricetta partecipo al contest "Il piatto della nonna"del blog Cucinando con Paola.




martedì 12 marzo 2013

Lievito madre

Negli ultimi anni si sta riscoprendo l'importanza del mangiar bene, partendo da materie di prima qualità, magari a chilometro zero e prodotti privi di pesticidi che hanno dato vita alla cosidetta agricoltura biologica.
In qualche modo stiamo cercando di tornare alle origini, alla campagna, alla terra.. dalla quale tutto parte.
Sono fortunata perché ho avuto il privilegio e in qualche post precedente l'ho accennato, di vivere la mia infanzia e parte dell'adolescenza in campagna dai miei nonni agricoltori, allevatori di bestiame che avevano la necessità e non il diletto di fare tutto home made.
Quando si è piccoli si dà tutto per scontato e anche se osserviamo con curiosità quello che è intorno a noi, non tutto rimane fisso nella nostra mente, soprattutto le magie che accadevano nella cucina dove tutto aveva un profumo prezioso.
Complicato poi ricordare bene le dosi.. soprattutto con una nonna che usava spesso l'espressione: << ..faccio ad occhio!>>.
Ma il suo era un occhio che ne aveva viste tante di cose nel tempo ed era un occhio che si fidava della mano che riconosceva quando l'impasto era pronto e dell'olfatto quando il pane era cotto, nel forno a legna non c'era il termometro che indicava la temperatura!
Poi l'aria di campagna faceva bene non solo a noi, ma anche a tutte le cose che ci vivevano e che lì prendevano vita.
Come il lievito madre o  pasta madre che per crescere si nutre anche dei batteri presenti nell'aria.
Il lievito madre è un impasto di acqua e farina che grazie alla fermentazione spontanea di batteri e lieviti raggiunge un grado di acidità utile a procurare la lievitazione degli impasti nei quali verrà impiegato. 
Se ben curata la pasta madre, può sostituire i lieviti che troviamo in commercio (tipo il lievito di birra) facendoci ottenere splendidi risultati.
Grazie a questo tipo di lievitazione, gli impasti saranno più digeribili e si manterranno più a lungo. 
Per essere più precisi, il lievito madre ha in se lieviti naturali come i lactobacilli (a fermetazione lattica e acetica) e i saccharomyces cerevisiae che si moltiplicano nutrendosi dell'amido e degli zuccheri presenti nella farina e dei microrganismi presenti nell'aria.
I lieviti metabolizzando gli zuccheri innescano la fermentazione alcolica, che produce anidride carbonica e alcol etilico, principali responsabili del rigonfiamento degli impasti.
Ma come realizzarla?
Ci sono siti, libri, rubriche,video che non parlano d'altro, difficile capire quale linea seguire e difficile anche ottenere un buon risultato.
Importante è la farina usata, l'acqua, il clima e soprattutto la vostra pazienza!
In questo post vorrei parlarvi del lievito madre, non illustrando dettagliatamente tutti i passaggi perché è un mestiere delicato che lascio ad altri, ma raccontandovi quello da tener presente se volete imbarcarvi in questa avventura.
Creare la vostra pasta madre e utilizzarla nelle vostre preparazioni, tenendo conto che ci sono pasticcerie e panifici che usano lo stesso lievito madre da decenni; infatti è possibile reperire da amici, parenti o appunto nei luoghi dove si panifica una parte di questo lievito, da conservare e custodire per avere a disposizione un lievito madre, saltando la fase di autoproduzione.
E ricordandovi di conservarne una parte ogni volta che lo impiegate nelle preparazioni.
Ringrazio la mia amica Anna per avermi fatto dono di questo lievito che ha diversi anni e che sto curando al meglio!


Lievito madre





Per produrlo da dove si parte?

Impastando 100 gr di farina con 100 gr di acqua, si lascia l'impasto in un recipiente pulito, coperto da un canovaccio di cotone e un telo di lana, a temperatura ambiente (circa 25°) lontano da correnti d'aria, per 24-48 ore finchè non aumenta di volume.

Oppure si può mescolare yogurt intero bianco con la stessa quantità di farina, questo aiuterà la fermentazione grazie alla presenza dello yogurt.
O ancora utilizzare una purea di mele cotte a cui aggiungere farina, lasciare riposare sempre fino a che non raddoppia il suo volume.
Poi si prosegue con i rinfreschi (aggiunta di acqua e farina) successivi fino ad ottenere un impasto maturo e pronto per l'utilizzo.
Il lievito è pronto quindi maturo quando raddoppierà di volume in 4 ore, avrà un aspetto soffice, un colore bianco soprattutto all'interno e saranno ben evidente degli alveoli
Quì troverete indicazioni da cui partire per riprodurre il lievito madre in casa.


Come si mantiene - i rinfreschi 


Il lievito madre va nutrito, grazie ai rinfreschi che devono essere fatti utilizzando il lievito madre più la stessa quantità in peso di farina e la metà della quantità d'acqua, questo lavoro deve essere fatto almeno 1 volta a settimana, poi può essere riposto in frigorifero, fino al prossimo utilizzo.

Va curato come un bambino!
Quì un tutorial (non mio!) per il rinfresco.

Quale farina usare?


Importante è partire da una farina biologica e soprattutto macinata a pietra che evitando il surriscaldamento del cereale in lavorazione, mantiene intatte tutte le proprietà che poi aiuteranno la fermentazione naturale. 

La farine usate per nutrire il lievito in fase di preparazione possono essere di diversi tipi, perché favoriranno un nutrimento completo ai microorganismi e non mi riferisco al grado di raffinazione 00 - 0 - 1 - 2 (numeri che indicano quanto la farina sia raffinata) si parte dalla più raffinata fino a quella meno raffinata ma anche al tipo di cereale usato che non dev'essere per forza solo il grano ma si può variare, utilizzando ad esempio: la segale, il kamut, la crusca, per avere un lievito madre pronto per diversi impasti.
Tra le farine bianche di grano tenero quella migliore per rinforzare il lievito madre nei rinfreschi è quella più ricche di proteine e amido utile per nutrire i lieviti e lo stesso vale per la panificazione: si usa la "0" la "1" e anche la "2".

Caratteristiche del lievito o pasta madre


Il lievito madre ha bisogno di tempo e cure, ma garantisce risultati eccellenti che si riflettono anche sul vostro organismo.

La proteolisi operata dai batteri presenti nel lievito favoriscono una maggior digeribilità dei lievitati ottenuto con l'impiego di pasta madre.
Grazie al lento processo di lievitazione avremo inoltre una maggior disponibilità di sali minerali e una più lunga conservazione dei prodotti.


Inoltre suggerisco e questo arriva direttamente dai consigli della nonna, di usare contenitori di vetro o di coccio per conservare il lievito madre e in fase di lievitazione coprite con teli puliti (cotone e lana) e non con la pellicola perché è importante far respirare il lievito, pur mantenendo una temperatura (intorno ai 25°) costante per favorire la lievitazione.




Fonti:

Peccati di gola di Luca Montersino
Pasta madre comunità del cibo
Atelier cucina.it
Gennarino.org
Wikipedia


mercoledì 6 marzo 2013

Torta Mimosa

Tra due giorni si festeggia l'8 marzo la festa della donna.
Non c'è molto da festeggiare, anche se le nostre antenate sbigottirebbero se potessero vedere tutte le cose che possiamo fare oggi, loro non se le sognavano nemmeno!
Eppure c'è ancora così tanto da fare. 
Cambiare un'idea dentro una cultura è durissima, ci vogliono secoli e forse nemmeno bastano.
Ma ognuna di noi fa qualcosa ogni giorno: quando evita di giudicare un'altra donna ma si ferma a comprenderne le ragioni, quando non tollera gli atteggiamenti aggressivi di un uomo ma li combatte, quando educa i propri figli maschi o femmine all'uguaglianza nei loro doveri e soprattutto quando si ricorda di se stessa, non come madre, moglie, sorella o figlia ma solo per l'essere umano che è, con le sue fragilità e i suoi punti di forza.
Voglio festeggiare in anticipo con una torta, così avrete il tempo di prepararla se volete.. festeggiarvi!
Una torta Mimosa, che io amo, molto più del fiore a cui sono un po' allergica! 
Un pan di spagna morbido, fatto magari il giorno prima, una crema diplomatica anche detta erroneamente Chantilly e delle gocce di cioccolata fondente per darle carattere, il tutto aromatizzato da una grappa profumata.
Dedico questa torta a tutte voi food blogger che ogni giorno lo so, fate i salti mortali per regalare una ricetta, un'idea, una novità magari annaspando nelle altre mille cose da fare, gestire; cose di cui siete a volte, vostro malgrado, le protagoniste assolute.
Una dedica anche a tutte le donne della mia vita che con il loro esempio mi hanno insegnato ad essere forte, perchè l'esempio conta più di qualsiasi cosa.
E una dedica speciale a mio padre, che mi ha permesso di essere la donna che sono.


Torta Mimosa



Ingredienti

per 4 - 6 persone

Pan di Spagna 

150 GR DI UOVA
100 GR DI ZUCCHERO SEMOLATO
80 GR DI FARINA "00"
25 GR DI AMIDO DI MAIS O FECOLA DI PATATE
30 GR DI BURRO FUSO
1 CUCCHIAIO DI ESTRATTO DI VANIGLIA
8 GR DI LIEVITO VANIGLIATO (circa mezza bustina)
1 PIZZICO DI SALE FINO

Per la bagna

100 ML DI ACQUA
60 ML DI ZUCCHERO SEMOLATO
50 ML DI GRAPPA (per me Ben Ryè di Donna fugata)

Crema Pasticcera

200 GR DI LATTE FRESCO INTERO
50 GR DI PANNA FRESCA LIQUIDA
45 GR DI TUORLI D'UOVO FRESCHISSIMI
50 GR DI ZUCCHERO SEMOLATO
5 GR DI AMIDO DI MAIS
15 GR DI FARINA "00"
1/2 DI BACCA DI VANIGLIA BOURBON

Per la crema Diplomatica

250 GR DI CREMA PASTICCIERA
150 GR DI PANNA MONTATA FRESCA
1 CUCCHIAIO DI ZUCCHERO A VELO (più un po' per decorare)
20 GR DI GOCCE DI CIOCCOLATO FONDENTE

Occorrente

STAMPO PER TORTA DA 22 CM
RECIPIENTI
PENTOLINI
COLTELLO
FRUSTA MANUALE
MISURINO
SETACCINO
PENNELLO
SBATTITORE O PLANETARIA
SPATOLA

Per cominciare tirate fuori le uova dal frigorifero almeno 20 minuti prima dell'utilizzo, a temperatura ambiente sarà più facile montarle.

Pesate tutti gli ingredienti per realizzare il pan di spagna e setacciate la farina, la fecola e il lievito insieme.
Fate sciogliere il burro in un pentolino.
Per la bagna lo zucchero nell'acqua a fuoco medio e lasciate raffreddare, poi aggiungerete la grappa.
Accendete il forno a 180°gradi.

Pan di Spagna 
In un recipiente versate le uova, lo zucchero semolato, un pizzico di sale e l'estratto di vaniglia montate gli ingredienti con lo sbattitore a velocità media, per almeno 10 - 15 minuti, quando il composto risulterà chiaro e gonfio con una consistenza che vi permetterà quasi di ''scrivere'' con la pastella, potete spegnere lo sbattitore e aggiungere con un cucchiaio la farina miscelata con la fecola e il lievito in precedenza setacciati.
Mescolate il composto con una frusta manuale dall'alto verso il basso, per non smontare le uova, fino a completo assorbimento delle polveri, poi versate a filo il burro fuso (che deve essere freddo) e continuate a mescolare.
Versate il composto ottenuto nella teglia imburrata e infornate a 180°gradi per 25 minuti circa, fate la prova stecchino per verificare che il pan di spagna sia asciutto all'interno e lasciatelo raffreddare.

Crema Pasticcera

Mettete a scaldare a fuoco medio il latte con la panna e un quarto di bacca di vaniglia incisa.
In un recipiente versate i tuorli con lo zucchero semolato, i semi dell'altro quarto di bacca di vaniglia (ottenuti incidendo la bacca e raschiandoli via con un coltello) montate tutto fino ad ottenere un composto chiaro e omogeneo, aggiungete poi la farina e l'amido di mais, mescolate bene.
Appena il latte con la panna accennano a bollire, togliete la bacca di vaniglia e versate a filo sulle uova montate, mescolando con la frusta, poi mettete tutto il composto nel pentolino. 
A fuoco basso, continuando a mescolare fino a quando accenna a bollire, fate rapprendere la crema 1 minuto circa poi spegnete il fuoco e versate tutto in un recipiente, altrimenti nel pentolino la crema continuerà a cuocere.
Fate raffreddare per circa 1 ora.

Crema Diplomatica 
Montate la panna con lo zucchero a velo vanigliato, miscelate alla crema pasticciera molto delicatamente con la frusta, facendo movimenti dal basso verso l'alto.

Quando il pan di spagna sarà ben freddo, eliminate con un coltello la parte scura sopra e intorno, senza togliere troppo.

Praticate poi due tagli orizzontali ottenendo tre dischi, lasciate da parte quello centrale dal quale otterrete i pezzi per rifinire la torta.
Allo sciroppo di zucchero unite la grappa, mescolate e bagnate con l'aiuto di un pennello il primo disco, senza esagerare.
Versate metà della crema diplomatica che stenderete con l'aiuto di una spatola, aggiungete tutte le gocce di cioccolato.
Bagnate il secondo disco e versate la crema restante sopra e intorno alla torta, mettendone un po' di più sulla parte centrale, per dare l'effetto cupola alla mimosa.
Ora con i pezzetti di pan di spagna, ottenuti dal disco centrale, ricoprite tutta la torta.
Spolverate se vi piace con lo zucchero a velo e per dare un tocco di colore alla torta, potete utilizzare qualche candito di credo o arancia tagliato a listarelle da posizionare al centro della torta.
Fate raffreddare almeno qualche ora prima di consumarla, sarà più buona.


Torta Mimosa

Consigli

Potete bagnare il pan di spagna anche con uno sciroppo analcolico, tipo l'ananas.

Nota

Queste cose le avevo già accennate in un post precedente ma per chi non lo avesse letto:


Il Pan di Spagna Genovese differisce dal Pan di Spagna classico non solo per l'aggiunta di burro fuso ma anche per la lavorazione che viene fatta a caldo, ossia le uova vengono montate a bagnomaria e non a freddo.
Si dice Genovese perché creato da un cuoco genovese (Ciobatta Cabona) in occasione di un banchetto alla corte di Spagna.
Quello fatto da me in questo ricetta è simil genovese, io ho lavorato tutto a freddo, aggiungendo solo il burro.

La ricetta originale della Crema Chantilly è panna montata aromatizzata con la vaniglia e l'aggiunta di zucchero a velo, non come erroneamente si pensa in Italia la crema ottenuta dalla miscela di crema pasticciera e panna montata.
Si dice Chantilly perché creata da un cuoco francese (François Vatel) nel castello di Chantilly, in occasione di una festa in onore del re Luigi XIV.
La miscela di crema pasticciera e panna montata è la crema diplomatica.












lunedì 4 marzo 2013

Biscotti al cioccolato

La primavera si sente nell'aria.. ormai da settimane. 
Ieri era così percettibile anche in una grande città come Roma, dove il sole non lesina mai il suo splendore in qualunque stagione ed i parchi con il loro verde quasi sembrano avvertirti in maniera evidente dell'arrivo della bella stagione.
E allora dovremmo tutti stare meglio, con il sole che copre gran parte dell'Italia! 
Un popolo come il nostro, dovrebbe almeno goderne nell'umore, perché si sà che le popolazione latine odiano freddo, grigio e pioggia.
Ed invece non sembra cambiato nulla.
I volti angustiati, stressati, preoccupati e sfatti della gente ti fanno percepire un disagio più profondo, una fatica che spesso, troppo spesso ti fa dimenticare le piccole gioie quotidiane, quelle che ti fanno andare dritta una giornata anche quando va quasi tutto storto!
Sembra una follia pensare positivo ma bisogna partire da piccolissime cose soprattutto in questo momento storico, politico ed economico.
Che frase retorica eh!? 
Perdonate, volevo abbracciare tutto il delirio generale che ci avvolge.
Se dovete rimettere in sesto la vostra casa, che è un delirio (un termine a caso!), iniziate pian piano, non vi concentrate sul delirio totale o vi scoraggiate e gettate la spugna ancor prima di iniziare.
Si vede che è lunedì... sempre un po' cupo... eppure qualcosa di buono l'ho fatto.
Delle frolle al cioccolato con glassa di zucchero, a forma di stella perchè devo arricchire il mio carnet di stampini, alcuni non li trovavo e quindi tra cuoricini (che non ho mai amato tanto) e stelline.. per cambiare la tipica forma tonda, la scelta è stata scontata; stella batte cuore 2 a 0.
Biscotti friabili e croccanti, deliziosi nel latte (freddo o caldo), buoni nel thè ma eccezionali anche da soli!
La ricetta è frutto di mie elaborazioni di frolla negli anni ed è straprovata e testata. 
Se volete un buon biscotto al cioccolato fatto da voi, mettetevi all'opera ed in poco tempo avrete le vostre frolle al cioccolato.



Biscotti al cioccolato





























Ingredienti per 30 Biscotti
180 GR DI FARINA "00" più un po' 
30 GR DI CACAO AMARO IN POLVERE
150 GR DI BURRO
30 GR DI MARGARINA
95 GR DI ZUCCHERO DI CANNA 
1 TUORLO D'UOVO MEDIO
20 GR DI CIOCCOLATO FONDENTE GRATTUGIATO
1 CUCCHIAINO DI ESSENZA DI VANIGLIA
1 CUCCHIAINO DI FECOLA DI PATATE
1/2 CUCCHIAINO DI BICARBONATO
1/4 CUCCHIAIO DI SALE FINO

Glassa di zucchero
100 GR DI ZUCCHERO A VELO
6 GOCCE DI ESSENZA DI VANIGLIA
7-8 CUCCHIAINI DI ACQUA

Occorrente
RECIPIENTE
PLACCA DA FORNO
PELLICOLA
MATTERELLO
CARTA DA FORNO
SACÂPOCHE
STAMPINO A STELLA
GRATTUGIA
SETACCIO
PALETTA

Per cominciare setacciate in un recipiente la farina, il cacao, il bicarbonato, la fecola.

Biscotti
Nella stesso recipiente (o su un piano) con la miscela di farina, cacao, bicarbonato, fecola, aggiungete il cioccolato fondente grattugiato, il sale mescolate con la mano e nel centro mettete il burro e la margarina a pezzetti, lo zucchero di canna ed iniziate ad impastare per qualche minuto.
Poi aggiungete l'essenza di vaniglia e il tuorlo d'uovo leggermente sbattuto con una forchetta e continuate ad impastare velocemente, fate una palla con l'impasto rivestitelo di pellicola e fatelo riposare in frigorifero 30 minuti, intanto accendete il forno a 180°gradi.

Trascorso il tempo, su un piano spolverato di farina, stendete la pasta alta circa mezzo centimetro e con lo stampino ricavate dei biscotti che adagerete sulla placca rivestita di carta da forno.
Infornate a 180°gradi nel ripiano centrale del forno per circa 14 minuti, sfornate (fate attenzione i biscotti saranno morbidi e potreste romperli) con una paletta posizionateli su un vassoio per farli raffreddare bene.

Glassa di zucchero
In un bicchiere capiente mettete lo zucchero a velo, l'essenza di vaniglia, aggiungete i cucchiaini d'acqua pian piano mentre incominciate a mescolare molto velocemente con un cucchiaino la glassa, per evitare la formazione di grumi.
L'impasto risulterà denso e colloso, mettetelo nella sacâpoche e fate i vostri "disegni" a zig zag sui biscotti freddi. 
Fate asciugare almeno mezz'ora e poi addentatene uno o serviteli ai vostri amici.



Consigli
Importantissima la cottura, non dovete cuocerli troppo, i bordi non devono tendere al marrone scuro tipo nero, meglio un minuto in meno che in più.
Conservateli in un barattolo a chiusura ermetica, saranno fragranti fino a 5 giorni.
Se non avete la sacâpoche, potete fare un cono con la carta forno e utilizzarlo come tasca da pasticcere.


Nota
Il cucchiaino a cui mi riferisco nella ricetta è quello da thè che uso solitamente, leggermente più grande di quello per il caffè.










venerdì 1 marzo 2013

Cup, tablespoon, teaspoon..

Volete sperimentare nuove ricette?
Volete cimentarvi in una bella torta made in USA
Volete provare nuovi sapori e poi adattarli ai vostri gusti, prima dovete trovare la ricetta originale dalla quale partire.
Così.. iniziate la vostra ricerca per trovare la ricetta che vi soddisfa di più, quella che vi convince di più.
Consultate libri, riviste, setacciate la rete e capite che per fare una original recipe, è importante andare alla fonte e così consultate siti americani o magari anglosassoni. 
Quando credete di aver trovato la ricetta perfetta, arrivati all'elenco degli ingredienti vi accorgete che sorge un bel problema.
La misurazione degli ingredienti non avviene secondo unità di misura come i chilogrammi (ingredienti secchi) o i litri (ingredienti liquidi) che usiamo abitualmente noi, troverete: cup, tablespoon, teaspoon che altro non sono che.. tazza, cucchiaio, cucchiaino da thè.
Sarà sufficiente prendere una tazza qualsiasi?
E se a disposizione ho solo un cucchiaino da caffè, allora non andrà bene?
Inoltre per la cottura, vi accorgerete di un'altro problema, noterete temperature molto alte rispetto a quelle usate da noi.
Noi ci riferiamo alla scala Celsius e loro alla scala Fahrenheit, ecco la differenza.
E' importante seguire attentamente le dosi e l'esecuzione, soprattutto se decidete di fare un piatto mai fatto o ne pregiudicherete la riuscita.
Potete iniziare a consultare di nuovo libri o la rete per fare le dovute conversioni, un lavorone, soprattutto se siete fiscali come la sottoscritta.
Mi sono posta il problema, ho cercato di trovare una soluzione e la condivido con voi.
Non è esaustiva come avrei voluto, ma è un buon primo passo!
Dopo attenta ricerca, calcoli e traduzioni, ho deciso di lasciarvi una "tabella" o meglio dei dati, sui quali potete orientarvi qualora decidiate di eseguire una ricetta made in usa, queste misure valgono anche per i paesi anglosassoni.
Spero possa esservi utile!


Cup, tablespoon, teaspoon..



Generico:

Cup                              Tazza                                       225 - 230 gr
Tablespoon                    Cucchiaio                                   14 - 15   gr 
Teaspoon                      Cucchiaino                                    4 - 5    gr


Farine

1 Cup Cake/Pastry flour       1 Tazza di farina "00"                     115 gr
1 Cup all-purpose               1  Tazza di farina "0"                      125 gr
1 Cup hight gluten              1 Tazza di farina 1                         140 gr
1 Cup whole wheat             1 Tazza di farina integrale               120 gr
1 Cup bread flour               1 Tazza di farina manitoba              130 gr
1 Cup buckweat                 1 Tazza di farina di grano saraceno   120 gr

Zucchero

1 Cup granulated white sugar  1 Tazza di zucchero semolato          200 gr
1 Cup brown sugar                1 Tazza di zucchero bruno di canna  220 gr
1 Cup light soft brown sugar   1 Tazza di zucchero di canna chiaro  200 gr
1 Cup icing sugar                  1 Tazza di zucchero a velo              150 gr

Burro e Margarina

1 Cup butter                       1 Tazza di burro                             225 gr
1 Cup peanut butter            1 Tazza di burro di arachidi               260 gr
1 Cup margarine                1 Tazza di margarina                        215 gr

Olio vegetale

1 Cup vegetable oil             1 Tazza di olio vegetale                     200 gr

Miele, Sciroppo,Melassa

1 Cup honey                      1 Tazza di miele                              310 gr
1 Cup syrup                      1 Tazza di sciroppo                           310 gr
1 Cup molasses                  1 Tazza di melassa                           260 gr   

Acqua

1 Cup water                      1 Tazza di acqua                              230 gr

Cacao in polvere

1 Cup cocoa powder         1 Tazza di cacao in polvere                  100 gr

Formaggio 

1 Cup cream cheese          1 Tazza di formaggio cremoso             225 gr
1 Cup grated Cheddar       1 Tazza di Cheddar grattugiato            100 gr
1 Cup hard cheese            1 Tazza formaggio a pasta dura          100 gr

Frutta secca

1 Cup flaked almonds        1 Tazza di mandorle a scaglie              100 gr
1 Cup chopped walnuts      1 Tazza di noci tritate                         100 gr
1 Cup mixed dried fruit      1 Tazza di frutta secca mista               150 gr
1 Cup peanuts                  1 Tazza di arachidi                            200 gr
1 Cup seedless raisins        1 Tazza di uvetta senza semi              150 gr
1 Cup coconut dry shredded 1 Tazza di cocco secco                      80 gr

Panna, latticello, latte

1 Cup sour cream             1 Tazza di panna(liquida)                  230 gr
1 Cup buttermilk              1 Tazza di latticello                           240 gr
1 Cup milk                      1 Tazza di latte                                225 gr

Tablespoon

1 Tablespoon butter peanuts > burro d'arachidi                         20 gr
Tablespoon baking powder > lievito in polvere                        15 gr
1 Tablespoon baking soda     > bicarbonato                              15 gr
1 Tablespoon starch             > amido                                     10 gr
1 Tablespoon cocoa             > cacao                                      10 gr
Tablespoon brown sugar    > zucchero di canna bruno             12,5 gr
Tablespoon light s.b. sugar > zucchero di canna chiaro            15 gr
1 Tablespoon g. w. sugar      > zucchero semolato                    14 gr
1 Tablespoon salt                 > sale fino                                 20 gr



Abbreviazioni
tbs= tablespoon
tps=teaspoon


Temperature forno


225 F > 110 C

250 F > 130 C
300 F > 150 C
325 F > 160 C
350 F > 175 C
360 F > 180 C
350 F > 175 C
325 F > 160 C
400 F > 200 C
425 F > 220 C


Fonti 

Ne ho consultate moltissime, inserisco le fonti più attendibili, a mio parere:
 http://www.unamericanaincucina.com/ingredienti/
http://www.notedicioccolato.it/index.php?Art=2564
http://www.bariatriccookery.com/metric-conversion-chart
http://dessertfirstgirl.com/baking-conversions
http://it.wikipedia.org/wiki/Wiki
http://www.tuttowebitalia.com/convertitori/conversione_temperature_gradi_celsius_centigradi_gradi_fahrenheit.html
http://opentoronto.com/calculators/fahrenheit_to_celsius_convertitore_gradi_celsius_fahrenheit_C_F_C_ita.php



Nota

Per alcuni ingredienti 1 tazza corrispondeva ad un peso, che a volte in un'altra tabella (altra fonte) differiva di 5-10 grammi, dipende molto dalla consistenza dell'ingrediente tratto.
In ogni caso è ovvio che la quantità di un certo ingrediente varia in relazione al peso specifico, quindi per farvi un esempio: in due tazze delle stesse dimensioni, la quantità di olio di semi sarà leggermente diversa da quella dell'olio ex. d'oliva, perchè cambia il peso specifico dell'ingrediente.
Spesso questo non veniva tenuto in considerazione in alcune fonti, ma credo sia importante ricordarlo, soprattutto in pasticceria, dove le quantità delle dosi possono pregiudicare la riuscita del piatto.
Il teaspoon o cucchiaino da thè è leggermente più ampio di quello da caffè.
La conversione delle temperature ha anch'essa una leggera approssimazione.




lunedì 25 febbraio 2013

Riso venere con pesce a vapore e verdure

Tanti dolci ed ora un break, non solo per la linea ma anche per il fegato!
Non siamo più delle ragazzine .. il fisico cambia, metabolizza tutto in maniera diversa.. purtroppo!
La mia età? 
Credo che dopo i 35 una signora non debba assolutamente, in nessun caso rispondere a questa domanda, per quale motivo poi?
A meno che non si strettamente necessario.
Un tempo, non avrei mai immaginato di pronunciaro queste parole.. mai dire mai!
Anche se qualche giorno fa, qualcuno ha suonato alla porta di casa ed io ho chiesto:
<<Chi è?>> e dall'altra parte della porta mi sono sentita rispondere 
<<C'è papà o mamma? Sono un'agente della folletto!>>.
Ho fatto un sorriso che stava per tramutarsi in una risata fragorosa, ma poi mi sono trattenuta ed ho risposto: <<no, non ci sono (ed era la verità!)>>.
Ed il tipo: <<Quando possiamo trovarli?>>
Ed io sempre da dietro la porta chiusa: << La sera >> 
<<Ok allora ripassiamo, ciao!>>.
Ho iniziato a ridere, dopo aver controllato dallo spioncino che si era allontanato.
Ora.. e va bene che ho risposto mentre ero intenta a fare altro, quindi non con voce decisa.
E va bene che mi piace giocare con la voce (un passato da speaker radiofonica che aiuta) ma non era questo il caso, posso anche capire che attraverso la porta il suono della voce cambia, ma scambiarmi per una bambina? 
Volevo aprire la porta per fargli una pernacchia e un sorriso, come ogni bambina avrebbe fatto e vedere la sua espressione, ma ho desistito perché in realtà, volevo abbracciarlo.
Quel ragazzino che mi aveva scambiata per una bambina.
Io che avevo dato un'occhiata attenta allo specchio poche ore prima scoprendo altre rughe. 
Io che avevo indagato la mia capigliatura sotto le luci spietate della lampada al neon ed avevo scoperto nuovi capelli bianchi, venivo scambiata per una che al massimo poteva andare alle scuole dell'obbligo!
Cosa può fare una voce senza la presenza di un occhio.. delle Magie...
Parlando invece di semplicità.. e non di artifizi, questo piatto vi farà assaporare il gusto di un cibo sano e leggero.
Riso venere, un riso integrale, privo di glutine, facilmente digeribile, ricco di ferro, silicio e selenio, per citare alcune caratteristiche.
Filetti di platessa (nel mio caso) ricchi di vitamine, di potassio, di fosforo, poveri di grassi e cotti a vapore.
E poi il benessere di verdure crude, ortaggi nel caso specifico, quali carote e sedano.
Tutto racchiuso in un'unico piatto che non tradisce il gusto ed il sapore, grazie alle erbe di Provenza, al limone e ad un ottimo olio extravergine d'oliva.
In pochi minuti porterete in tavola un piatto colorato, semplice e che fa bene.


Riso venere con pesce a vapore e verdure




Ingredienti
per 2 persone

150 GR DI RISO VENERE
150 GR DI FILETTI DI PLATESSA o MERLUZZO o NASELLO (pulito e deliscato)
1 CAROTA GRANDE
1 COSTA DI SEDANO
1 CUCCHIAINO DI ERBE DI PROVENZA ESSICCATE
1 MAZZETTO DI PREZZEMOLO FRESCO
OLIO EXTRAVERGINE D'OLIVA
1/2 LIMONE
SALE

Occorrente
1 VAPORIERA o UNA PENTOLA CON UNO SCOLA VERDURE IN METALLO
1 PENTOLA
1 PELAPATATE
1 MANDOLINA O GRATTUGIA MULTIFORO
BICCHIERE

Per cominciare mettete sul fuoco 2 pentole: una servirà per lessare il riso e l'altra per la cottura a vapore del pesce.
Lavate e mondate la carota e tagliatela a rondelle sottili con l'aiuto della mandolina, fate lo stesso con il sedano.
Sminuzzate finemente il prezzemolo.

Appena l'acqua delle pentole arriva ad ebollizione, in una versate un po' di sale ed il riso venere, mentre nella vaporiera versate le erbe di Provenza, un pizzico di sale e mettete i filetti di pesce a cuocere.
Il riso venere il genere impiega dai 15 ai 18 minuti per cuocere, mentre per il pesce 12 minuti saranno sufficienti (parlo di pesce fresco non surgelato).

In un bicchiere versate 3 cucchiai di olio extravergine d'oliva, la spremuta di mezzo limone ed emulsionate il tutto, sbattendo vigorosamente con i rebbi di una forchetta.
Versate questa emulsione sul pesce, cospargete con metà del prezzemolo e aggiustate di sale.
Cotto il riso, scolate bene, versate in un piatto ed aggiungete: le carote, il sedano, il pesce fatto a pezzetti con la sua emulsione (che farà da condimento), il restante prezzemolo e mescolate bene.
Lasciate riposare per 5 minuti, mescolate nuovamente e servite.

Riso venere con pesce a vapore e verdure




Consigli
Utilizzo spesso le erbe di Provenza, qualora non riusciate a reperirle potete utilizzare un mix di timo, rosmarino, basilico, salvia e menta.



Nota
Se non trovate del buon pesce fresco, potete utilizzare anche quello surgelato ma in questo caso la cottura a vapore sarà più lunga, potete anche decidere di bollire il pesce per 5 minuti in acqua.


giovedì 21 febbraio 2013

Angel food cake

Guardo fuori dalle finestre.. a dispetto del freddo polare e del tempaccio previsto dai signori del meteo, qui c'è un bel sole che abbraccia e scalda ogni cosa.
Mi piace, quando sbagliano le previsioni del tempo, perchè in realtà mi piace non sapere bene cosa aspettarmi domani..
Quindi, state pensando, è un ottimo periodo storico questo che stiamo vivendo, almeno per me!
Non si sà che fine faremo, le elezioni, la solita baraonda, le promesse, il lavoro che non c'è.. le pensioni, che non prenderemo mai ed un futuro che più incerto non si può.
Ecco, non mi riferivo a questa incertezza. 
Non sapere cosa aspettarmi dal domani, nella mia testa significa... pensare al domani in un modo positivo.
Quando si prevede il peggio e poi non accade, quando si prevede la solita routine e poi c'è l'imprevisto che ti strappa un sorriso, ecco a cosa penso!
Cercare di aprirsi al positivo, molto molto dura oggi, ma è un'allenamento che dobbiamo cercare di fare.
Siamo vessati dai TG catastrofici, che ci hanno messo addosso il terrore del mondo, ma il mondo siamo noi, lo costruiamo anche noi.. spesso ce lo dimentichiamo!
Oggi punto al "cibo degli angeli" chissà se esistono o noh?
Un'altra incognita, con cui si può vivere tranquillamente.
L' Angel food cake o torta degli Angeli è un tipico dolce americano.
Questo nome deriva dalla consistenza molto leggera e ariosa dell'impasto e dal candore del suo aspetto, per questo negli Stati Uniti questa torta viene identificata come "cibo degli angeli".
La preparazione è semplicissima, bisogna avere però degli accorgimenti e soprattutto uno sbattitore o una planetaria, per non pregiudicare la buona riuscita del dolce.
Gli ingredienti fondamentali sono tre: albumi, zuccherofarina, più l'aggiunta di aromi e il cremor tartaro (facoltativo).
E' fondamentale: che le uova siano a temperatura ambiente, avere a disposizione uno stampo con un foro al centro e bordi alti, ne esiste uno apposito ma in mancanza va bene anche quello del ciambellone di alluminio a patto che sia abbastanza profondo.
Questo dolce può essere accompagnato da una crema inglese, una salsa al cioccolato oppure può essere gustato con una semplice spolverata di zucchero a velo.
Se avete voglia di una torta, la cui consistenza è un incrocio tra un pan di spagna e una meringa morbida, questa è la torta che fa per voi!
La ricetta l'ho presa dal mio libro "Muffins e Dolcetti" edizioni Dix, apportando piccole modifiche.



Angel food cake


Ingredienti

10 ALBUMI (temperatura ambiente)
250 GR DI ZUCCHERO SEMOLATO
125 GR DI FARINA "00"
1/2 CUCCHIAINO da caffè DI CREMOR TARTARO (nella ricetta 1 cucchiaino)
1/2 CUCCHIAINO da thè DI ESTRATTO DI VANIGLIA (essenza nella ricetta)
1/4 CUCCHIAINO da caffè DI SALE FINO
50 GR DI ZUCCHERO A VELO 

Occorrente
STAMPO PER ANGEL FOOD CAKE o PER CIAMBELLONE CON BORDI ALTI
RECIPIENTE
SBATTITORE o PLANETARIA
SPATOLA
SETACCINO
BOTTIGLIA

Per cominciare accendete il forno a 180°gradi.
Setacciare la farina e setacciare anche lo zucchero (non insieme).

In un recipiente mettete gli albumi (a temperatura ambiente), metà dello zucchero, il cremor tartaro, il sale, l'estratto  di vaniglia e incominciate a montare.
Dopo 5 minuti unire gradatamente il resto dello zucchero, senza smettere di montare gli albumi.
Quando gli albumi saranno montati a neve ferma, spegnate lo sbattitore e aggiungete poco alla volta la farina a pioggia, aiutandovi con il setaccino e mescolate con una spatola dal basso verso l'alto. 
Versate il composto nello stampo (pulito, asciutto e non unto) con l'aiuto di un cucchiaio, livellate bene e infornate a 180° per 40 - 45 minuti circa.
Fate la prova stecchino e se l'interno risulterà asciutto sfornate la torta.
A questo punto aspettate circa 5 minuti, poi capovolgete la torta ancora nello stampo, infilando il foro della tortiera nel collo di una bottiglia e lasciate raffreddare completamente, a testa in giù.
Una volta fredda, rovesciate di nuovo, passate un coltello a lama liscia tra la torta e lo stampo per farla staccare, date qualche colpetto al fondo e poi estraetela dalla tortiera.
Spolverate con zucchero a velo ed eccovi pronti per un soffice assaggio!



Angel food cake



Note

Lo stampo dell'Angel food cake o qualunque altro che utilizziate, deve essere di metallo, tipo alluminio e non antiaderente, importante non ungerlo con burro o olii, deve essere ben pulito e asciutto nel momento in cui versate all'interno l'impasto.
Nel libro il dolce viene accompagnato da una salsa di cioccolato.


domenica 17 febbraio 2013

The winner is..

Grazie di cuore per gli auguri che ho ricevuto il giorno del mio 1° blog compleanno. 
Grazie a tutte le blogger che hanno voluto omaggiarmi con la loro partecipazione al mio primo contest pensato per festeggiare un anno di ricette, scoperte, invenzioni, tentativi e piccole grandi soddisfazioni.
Decretare il vincitore del mio contest "Innamorati.. non solo a San Valentino!" non è stato semplice. 
Esprimere un giudizio sull'operato di qualcun'altro non è cosa da prendere alla leggera, sia che tu sia uno chef titolato o una semplice food blogger.
Soprattutto perché conosco la passione che anima noi cuoche reali, che viviamo anche in rete. 
Quello che cuciniamo con tanta cura e passione lo condividiamo con le nostre famiglie, i nostri amici e poi con il mondo, attraverso il nostro blog ed ogni volta è una scommessa.
Il complimento più bello, è quando qualcuno mi dice che ha realizzato una mia ricetta ed ha compreso bene tutti i passaggi o quando qualcuno mi ringrazia perché gli ho dato una dritta oppure quando leggendo un post imparo una cosa nuova.
I grandi chef custodiscono gelosamente ricette e segreti, noi al contrario postiamo sul web ogni trucco o idea, a volte più sicure ed altre meno, ma ci mettiamo in gioco non appena clicchiamo su quel pulsante colorato su cui si legge: "pubblica".
Ma eccomi a decretare il vincitore..
Seppure nel contest avevo fissato dei criteri per giudicare, ho capito da subito che al di là della ricetta e delle foto, era la vostra motivazione sull'innamoramento del piatto che mi spingeva a rileggere tutto il post daccapo.
Ed ho intuito che in ogni giudice (non che io mi senta tale!) una parte del giudizio passa attraverso la testa e l'altra attraverso la pancia, soprattutto in questo caso e non solo perché parliamo di cibo ma per il tema scelto, quello dell'innamoramento.
Quando si è innamorati,ci si butta senza pensare troppo, si è un po' incoscienti, pieni di voglia di fare, curiosi.. vitali, tutte caratteristiche che la vincitrice ha dimostrato di avere ed ha trasmesso in maniera semplice ed entusiasta, come fa ogni innamorato. 
La prima classificata del contest "Innamorati.. non solo a San Valentino" è Daniela del blog "Le leccornie di Danita" con Gnocchi alla Romana insiculati.
Cara Daniela sono felice di averti conosciuta ed altrettanto di darti questo premio che di sicuro di spingerà a sperimentare ancora e ad innamorarti di altri piatti.

Ecco la ricetta



Gnocchi alla romana insiculati


Ecco il premio



1°Premio

Grazie di cuore a tutte voi!